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martedì, febbraio 28, 2006

High tech. individuato trojan per rubare dati personali da computer.

Da DGMag.

I laboratori di Panda Software hanno rilevato un trojan, chiamato Tri/Briz.A, creato per rubare dati personali degli utenti da computer infetti. Questo codice, progettato dagli autori per gli hacker e venduto a 900 dollari, si distingue da altri esemplari in quanto è specializzato nel furto di informazioni bancarie e di dati di pagine web, aggiungendo che il sistema di creazione di questo codice permette agli hacker di generare un trojan che non può essere individuato da nessuna protezione antivirus, perché i suoi autori lo controllano giornalmente.Oltre al trojan, i criminali cibernetici che acquistano questo crimeware hanno a disposizione un sistema complesso per monitorare lo stato delle infezioni causate nei pc, con la possibilità di recuperare una lunga lista contenente informazioni dei computer attaccati come indirizzi IP, password e localizzazioni fisiche dei computer stessi.Il file che causa l'infezione di Tri/Briz.A è chiamato iexplore.exe ed usa questo nome per fingersi Internet Explorer. Quando si esegue, scarica vari file, blocca e disattiva i servizi del Centro di Sicurezza di Windows e l'accesso condiviso ad Internet (Windows Security Center services and Shared Internet Access). Inoltre, raccoglie informazioni da diversi programmi come Outlook, Eudora e The Bat, che vengono inviate a chi compie l'attacco.Per rendere difficile la sua individuazione e l'eliminazione, il trojan modifica gli host file per prevenire l'accesso a siti web relativi a prodotti antivirus.Mentre in precedenza gli hacker creavano questi codici per divertirsi, ora hanno un obiettivo diverso, guadagnare denaro e per questo basano le loro creazioni su modelli di business criminali.

High tech. Ancora pressione della MPAA contro il P2P - Ora è guerra totale.

Da Punto Informatico. Di Tommaso Lombardi.

Bisogna battere il ferro finché è caldo: MPAA ha deciso di cavalcare l'onda del sequestro di Razorback con una pioggia di denunce senza precedenti. L'obiettivo dei legali dell'associazione è chiaro: stroncare tutti i siti web che permettono un accesso privilegiato all'universo della condivisione. MPAA ha infatti denunciato i gestori di nove importanti portali online, colpevoli di offrire collegamenti ipertestuali verso contenuti multimediali condivisi sulle reti P2P. L'accusa è la stessa con cui è stato preso di mira Razorback: favoreggiamento alla pirateria. "Dobbiamo fermare tutti coloro che abusano delle tecnologie online per facilitare la violazione del copyright", ha recentemente dichiarato il vicepresidente John Malcolm.Questo significa che qualsiasi sito web che pubblica link diretti verso file da utilizzare con i client BitTorrent o gli altri software di condivisione è passibile di denuncia da parte dei big di Hollywood.Non è quindi una sorpresa che molti dei siti coinvolti in questo ultimo giro di vite appartengano alla categoria dei motori di ricerca, come BTHub, TorrentBox, NiteShadow, ISOHunt e TorrentSpy. Si tratta di portali che si limitano ad indicizzare file pubblicati da tracker privati e pubblici: "Noi non abbiamo nessuna parte in alcuna attività illegale", sostiene ad esempio il responsabile di BTHub.Tra i siti presi di mira anche ED2K.it, dedicato al network eMule/eDonkey, insieme a vari indici di ricerca per newsgroup: NZM-Zone, BinNews e DVDRs.net.Va detto che fino a questo momento le reazioni dei gestori appaiono alquanto composte, anzi si dicono sorpresi delle denunce. "Strano, non mi hanno neppure mandato un'email - ha dichiarato un amministratore di ISOHunt a Slyck.com - Non sono molto preoccupato perché abbiamo a che fare ogni giorno con le richieste relative al diritto d'autore, alcune provengono da studios che MPAA rappresenta". Reazioni simili anche da Torrentspy: "Credo che sapremo di più quando vedremo la denuncia. Non so bene perché ci denunciano, visto che lavoriamo nell'ambito del DMCA, ma ne sapremo di più, più avanti".È la prima volta che l'industria cinematografica americana bersaglia questo tipo di siti. Finora, l'attività antipirateria di MPAA si è sempre concentrata nella denuncia dei singoli utenti o di siti pensati per "spacciare file". Questa novità segna dunque un cambio di strategia nella lotta alla pirateria multimediale. "Nessun criminale è al riparo", dichiara John Malcolm, "ed assicureremo alla giustizia tutti coloro che hanno parte nella diffusione di materiale illegale". Non ne è così sicuro il celebre avvocato di Electronic Frontier Foundation, Fred von Lohmann, che ha spiegato come "nessun tribunale si è ancora espresso in un caso del genere, ovvero in un caso che dipinge la fornitura di un servizio di ricerca come violazione".

Privacy. Garante Privacy - Stop ai servizi telefonici attivati senza richiesta.

Da Help Consumatori.

Vietato intestare schede telefoniche prepagate a clienti ignari o attivare senza precisa richiesta segreterie o altri servizi, come la selezione automatica dell'operatore telefonico o linee Internet veloci. I gestori telefonici devono mettere in atto procedure per verificare tempestivamente le anomalie e vigilare sull'operato dei rivenditori e dei call center.
È quanto prevede il provvedimento reso noto oggi dal Garante per la protezione dei dati personali, che è intervenuto a tutela di utenti e abbonati telefonici, imponendo a gestori telefonici e agli altri operatori di comunicazione elettronica le regole da rispettare per evitare comportamenti illeciti e non andare incontro a sanzioni, anche di tipo penale.Numerose in questi anni sono state le segnalazioni giunte al Garante per la privacy: spesso i casi hanno riguardato l'attivazione a nome di un cliente ignaro, che aveva chiesto una sola scheda, di altre schede telefoniche (anche centinaia). Altri casi frequenti segnalati al Garante riguardano l'attivazione indebita del servizio di selezione automatica dell'operatore o di altri servizi non richiesti, come la segreteria telefonica, tariffe telefoniche speciali, linee di navigazione veloce in Internet.
Queste di seguito sono le principali prescrizioni del Garante:
attivazioni multiple di schede. Gli operatori telefonici devono mettere in atto procedure per rilevare tempestivamente intestazioni multiple di schede a una medesima persona: quando le intestazioni siano superiori a 4 (per le persone fisiche) e a 7 utenze (per le società) l'operatore dovrà chiedere espressa conferma all'intestatario;
attivazione di servizi non richiesti. Non si possono attivare servizi senza espressa volontà degli interessati. Le persone vanno contattate solo se hanno manifestato un preventivo consenso a ricevere chiamate e comunicazioni promozionali. Gli addetti ai call center dovranno spiegare agli interessati da dove sono stati estratti i dati personali che li riguardano. Deve essere, inoltre, immediatamente registrata e rispettata la volontà di non ricevere il servizio e la eventuale contrarietà all'uso dei dati;
Identificabilità dell'incaricato. Operatori telefonici, di comunicazione elettronica e call center dovranno controllare, anche a campione, l'attività di rivenditori e incaricati, anche allo scopo di rintracciare immediatamente chi materialmente abbia effettuato l'attivazione indebita.
Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) ha subito appoggiato il provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali. Secondo l'associazione, "con questo provvedimento, che rappresenta una delle prime vere risposte concrete delle Autorità garanti a un problema divenuto ormai insostenibile, il Garante ha scelto la linea dura contro l'attivazione di servizi telefonici non richiesti dagli utenti".
"Ci aspettiamo ora un adeguamento immediato da parte di Telecom e degli altri operatori di telefonia - ha commentato il Presidente del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) Antonio Longo - In caso contrario utilizzeremo il provvedimento reso noto oggi dal Garante per la privacy come strumento per tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti".
L'apprezzamento per la posizione del Garante, contro tutti i servizi telefonici che vengono attivati senza alcuna richiesta, arriva anche da Paolo Landi, segretario generale Adiconsum che spiega: "Non siamo più ai disservizi, ma a politiche commerciali aggressive illegali che mettono in grave disagio giovani e anziani e che comportano il più delle volte esborsi rilevanti del tutto ingiustificati".
"Vogliamo auspicare" - conclude Landi - "che l'Autorità preposta al settore della telefonia prenda adeguati provvedimenti e, così come furono sanzionati a suo tempo gli OLO per i numeri a valore aggiunto, sanzioni tutti quegli operatori, a partire da Telecom, che hanno fatto degli addebiti in bolletta per servizi non richiesti una politica commerciale: sono difatti centinaia e centinaia le persone che si rivolgono alle sedi Adiconsum per avere ricevuto un modem senza avere un computer o che ricevono lettere di felicitazioni per abbonamenti mai richiesti".
Secondo Roberto Barbieri, Movimento Consumatori: "Questo intervento a tutela degli utenti e degli abbonati telefonici rafforza una prescrizione contenuta nel Codice del Consumo (prescrizione a norma di legge sul divieto di fornire servizi non richiesti) e rappresenta un ulteriore passo in avanti per la tutela dei consumatori nel campo della telefonia, dove il problema è particolarmente sentito dagli utenti sempre più spesso costretti a pagare servizi attivati arbitrariamente dalle compagnie telefoniche".
Federconsumatori ed Adusbef hanno affermato: "Si tratta di una importante decisione che finalmente "impegna gli operatori" a mettere in atto concrete iniziative a tutela dei consumatori. Dinanzi alla decisione del Garante per la Privacy contrasta ancor di più l'atteggiamento "morbido ed attendista" mostrato finora dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel garantire la tutela dei diritti dei consumatori.

lunedì, febbraio 27, 2006

High tech. Microsoft ufficializza le versioni e i requisiti di Vista.

Da 01net.

Ha lasciato che nei giorni scorsi le indiscrezioni trovassero le loro vie di sfogo, per poi rendere finalmente pubblica la decisione definitiva. Microsoft ha comunicato infatti che Vista verrà immesso sul mercato in sei versioni, alle quali se ne aggiungeranno altre due specifiche per il mercato europeo , contraddistinte dalla lettera N. Vista Home Basic (senza interfaccia Aero) e Vista Home Premium saranno le due versioni per l'utenza consumer, mentre professionisti e aziende potranno scegliere tra Vista Business o Vista Enterprise, quest'ultima disponibile solo via volume licensing. Ci sarà poi una versione Ultimate , che dovrebbe raccogliere il meglio della funzionalità per il consumer e il meglio di quelle incluse nella versione per le aziende. È prevista anche una Starter Edition , che verrà commercializzata solo sui pc nuovi venduti nei Paesi in via di sviluppo, mentre sembra essere scomparsa dalla pianficazione una versione specifica per il mondo delle piccolo imprese. In questo caso, Microsoft avrebbe scelto di integrare tutte le funzionalità necessarie nell'unica versione Vista Business. Razionalizzazione, dunque. Scompaiono le versioni specifiche del sistema operativo per Media Center e per Tablet Pc , dal momento che le funzionalità specifiche saranno integrate sia in Vista Home Premium, sia in Vista ultimate Edition. Per quanto riguarda Tablet Pc, poi, le funzionalità relative saranno integrate in Vista Business e Vista Enterprise. Quanto alle versioni destinate al solo mercato europeo, per intendersi quelle prive di Media Plaeyer, si chiameranno Vista Home Basic N e Vista Business N.Nel comunicare la lista ufficiale delle versioni del nuovo sistema operativo, Microsoft ha rilasciato anche alcune note sui requisiti hardware necessari per supportarlo. Dal punto di vista della Cpu , si fa cenno alle versioni di fascia media dei processori Intel e Amd : bastano per supportare le funzioni base del sistema operativo. In ogni caso, è il consiglio di Microsoft, i processori di fascia superiore sono l'ottimale e non c'è dubbio che questa è l'occasione giusta per pensare seriamente a un passaggio ai 64 bit.Per quanto riguarda la memoria , 512 Mb dovrebbero essere sufficienti, ma se il carico applicativo è pesante, meglio allora avere 1 Gb di Ram a disposizione. E veniamo alla grafica . Pur rimandando la pubblicazione delle liste delle schede video in grado di supportare il sistema operativo, Microsoft fin da ora specifica la necessità che queste supportino Wddm (Windows Display Driver Model). E a chi stesse per acquistare ora un pc precisa: meglio evitare schede grafiche di fascia bassa, meglio scegliere un design con Pci o Pci Express separate, se però si dovesse optare per un modello con grafica integrata, meglio indirizzarsi verso le inyerl 945G o Ati Rs400 o Rs480.Infine, per quanto concerne la capacità del disco, Microsoft non fa raccomandazioni particolari. Sottolinea però che Ncq (Native Command Queuing) è meglio di Ide (Integrated Drive Electronics) e che è forse preferibile avere la garanzia di poter aggiungere hard disk ulteriori nel tempo che partire subito con un hard disk di capacità massima.

High tech. Ecco le regole per lo sblocco delle Sim.

Da Puntoinformatico. Di Dario Bonacina.

Un'attesa delibera della Commissione infrastrutture e reti dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha finalmente visto la luce: sono le norme sul SIM-lock, il meccanismo che impedisce ad un cellulare di essere utilizzato con la SIM di altri operatori, una strategia che lega l'acquisto di un telefonino all'uso di certi servizi e che proprio per questo può consentire ai carrier di distribuire cellulari a prezzi più bassi. In Italia è utilizzata attualmente solo da TRE e, negli ultimi tempi, ha vissuto un periodo alquanto travagliato.Il Garante ha deciso che l'utente che, pagando, volesse ottenere lo sblocco del cellulare acquistato a quelle condizioni, dovrà comunque attendere almeno nove mesi. In una nota l'Authority spiega che la decisione comprende l'obbligo per gli operatori di introdurre "avvertenze idonee a dare trasparenza e chiarezza nelle informazioni agli utenti". Una regola che da sempre dovrebbe essere rispettata da chi fornisce un servizio sottoposto a particolare condizioni di fruizione. Lo sblocco, che può essere desiderato per cambiare operatore e piano telefonico, dopo i nove mesi dall'acquisto comporterà per l'utente un esborso non superiore al 50% del valore dello "sconto" applicato dall'operatore all'atto dell'acquisto. Sarà invece gratuito se lo si chiederà dopo 18 mesi. Missione compiuta? Tutti contenti? Le reazioni alla delibera dell'Authority delle Comunicazioni sono eterogenee. Paolo Landi, di Adiconsum ritiene giusto avere una regolamentazione, "ma l'avremmo voluta più dalla parte del consumatore. Si tratterà ora di verificare se gli operatori presentano al consumatore questa formula commerciale in modo trasparente, perché esso sia edotto non solo sul "regalo", ma anche sui vincoli contrattuali che lo impegnano fino a 18 mesi. Adiconsum aveva comunque indicato un periodo più breve". Più aspro Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori: "Ma come, l'AGCOM aveva individuato in sei mesi il periodo massimo per tale blocco, ha sottoposto tale ipotesi ai risultati di una Consultazione Pubblica e poi delibera un periodo più lungo?". Decisamente contrariata, Federconsumatori scuote il capo con decisione: "Non comprendiamo proprio cosa sia avvenuto di nuovo, o quale madornale errore abbia commesso l'Agcom nel preparare l'ipotesi posta in consultazione. Ma in entrambi i casi sarebbe stato corretto risentire le Associazioni dei Consumatori. Ci sentiamo presi in giro e cominciamo a temere che anche questo nuovo Consiglio, pur con l'attivazione dei tavoli di lavoro con le Associazioni dei Consumatori, perpetui nei fatti "la mancata tutela" dei diritti dei consumatori!!". Insiste: "Da oggi in poi aspettiamo da Agcom decisioni "a tutela dei diritti dei consumatori" e che ce ne sia bisogno lo evidenzia anche la Commissione Europea quando ricorda che gli interessi dei Consumatori non sono adeguatamente tutelati circa i servizi informazione elenco abbonati, i servizi a sovrapprezzo, i servizi non richiesti, il mancato trasferimento del credito residuo, etc. Aspettiamo di conoscere la Delibera sul lock del terminale mobile e ci riserviamo di intervenire in tutte le sedi per addivenire ad una regolamentazione che risulti bilanciata ed equa tra interessi dell'operatore e diritti del consumatore". Nel merito, Federconsumatori e Adusbef ritengono che il consumatore, in possesso di un terminale "sussidiato" da un operatore mobile, possa essere obbligato al massimo per sei mesi ad utilizzare il terminale unicamente con SIM di tale operatore. Non solo, ritengono che alla scadenza dei sei mesi il terminale debba essere automaticamente e gratuitamente sbloccato permettendo al consumatore di utilizzarlo anche con SIM di altri operatori. "Al consumatore - aggiungono in una nota congiunta le due associazioni del consumo - deve essere inoltre garantito il diritto di recuperare la piena disponibilità del terminale anche in anticipo rispetto ai sei mesi,restituendo una somma proporzionale al sussidio ricevuto ed al tempo mancante alla scadenza oppure, in alternativa, riavere per intero la quota da lui pagata restituendo il terminale". Il Movimento Difesa del Cittadino accoglie positivamente la decisione dell'Autorità, considerando accettata la richiesta fondamentale dell'associazione "di garantire l'accesso a bassi costi all'UMTS anche per gli utenti a basso reddito, (accettando) così anche l'altra richiesta MDC della massima trasparenza informativa e contrattuale". Anche per MDC non mancano i "ma", le cui motivazioni sono allineate a quelle delle altre organizzazioni di difesa del consumo: "Sembra, invece, ancora irrisolta la questione dei vincoli di traffico obbligato – dichiara il presidente Antonio Longo - che costituisce attualmente oggetto di alcune proposte di marketing al limite dell'ingannevolezza, non essendo gli utenti adeguatamente informati sulle pesanti penali a cui vanno incontro in caso di mancato rispetto del vincolo di traffico minimo". Fin qui le reazioni di alcuni rappresentanti dei consumatori. Va da sè che anche da TRE, unico operatore italiano interessato dal provvedimento, si attendono reazioni, anche sul piano commerciale: la delibera potrebbe costringere TRE, infatti, a rivedere le strategie adottate fino a questo momento per disegnare la propria offerta di telefonini "col blocco".

domenica, febbraio 26, 2006

High tech. Skype sarà disponibile sui telefonini 3.

Da Webmasterpoint.

La notizia è decisamente importante: la Voice Over IP, sbarca col suo più importante esponente sui telefonini di nuova generazione. L’accordo è stato annunciato a Barcellona all’interno della manifestazione 3GSM.
Il fondatore di Skype Niklas Zennstrom ha dichiarato “Grazie a questo accordo con H3G Skype riesce a rendere il computer non necessario per sfruttare tutti i vantaggi della telefonia VoIP”.Parole che non fanno una piega, parole che suggellano un accordo molto importante, destinato ad incidere su tutto il mondo delle telecomunicazioni: Skype, provider di telefonia via internet per eccellenza, si è accordata con la compagnia telefonica 3, per rendere disponibile il VoIP sugli apparecchi mobili. Praticamente grazie ai telefonini 3 si potrà chiamare via internet, naturalmente senza il pc, che diventa uno strumento non necessario per sfruttare i vantaggi della tecnologia VoIP.Una prima fase di test è in corso in alcuni paesi del mondo, e vede l’Italia fare parte di queste nazioni (insieme ad Austria, Australia, Gran Bretagna, Hong Kong, Svezia): “Skype diventa un motivo aggiuntivo per scegliere i servizi 3, sfruttando una nuova generazione di dispositivi mobili” sono le parole entusiastiche del direttore in Europa di Hutchinson Christian Salbaing, che garantisce molti servizi aggiuntivi (chat, instant messaging, trasferimento di chiamata, segreteria telefonica) a disposizione di coloro che si “lanceranno” nell’avventura di Skype sul cellulare.

Fonte: http://www.voipping.com/

High tech. Google lancia Google Page Creator per creare pagine web.

Da Webmasterpoint.

Vi ricordate all'inizio del web quanti servizi promettevano, con alterni successi, di far creare un proprio sito in pochi minuti ?Bene, Google ha lanciato un nuovo servizio, chiamato Page Creator che riprende la stessa idea, ma seppur ancora in formato beta, il servizio sembra, al solito di Google, molto ben fatto e con numerose potenzialità di crescita.
Il nuovo servizio è una applicazione AJAX-based gratuita che consente a chiunque di creare e pubblicare pagine web in pochi minuti e senza dover conoscere alcun linguaggio di programmazione.
L'idea di base è quella di offrire un modo semplice per creare pagine web, più o meno nello stesso modo in cui si creano testi usando un word processor.
Justin Rosenstein, project manager per Google Page Creator, sostiene che l'applicazione è destinata agli utenti che desiderano poter pubblicare pagine semplici, relativamente statiche, al contrario di Blogger, piattaforma di blogging sempre di Google, che è destinato invece a coloro che aggiornano di frequente il contenuto del loro spazio web.
Da sottolineare che nessuna conoscenza tecnica è richiesta.
Lo slogan che presenta il nuovo servizio di Google è molto immediato e ad effetto ( e crediamo il sogno per molti ): What you see is what you'll get.
E poi: Create pagine web di alta qualità senza imparare l'HTML od usare software complessi. Eseguite editing delle vostre pagine direttamente dal browser, vedendo ad ogni modifica esattamente come apparirà il prodotto finale.
Certo, non è proprio facile creare pagine web, come molti di voi già sanno, ma per creare delle pagine statistiche senza tante pretese, Google Editor è un ottimo strumento.
Page Creator presenta la classica interfaccia pulita e easy-to-use che contraddistingue tutti i servizi del colosso della ricerca, ma tutto sommato non offre una vasta gamma di funzionalità. Si può scegliere tra 4 differenti layouts e 41 stili di combinazioni di colore, che permettono di aggiungere elementi alla pagina da una sorta di sidebar.
L'interfaccia WYSIWYG consente agli utenti di selezionare facilmente fonts, formattazione del testo e colori ed inserire immagini i links.
Google Page Creator si occupa inoltre di salvare automaticamente le modifiche fatte alla pagina, quindi gli utenti non risecheranno di perdere il lavoro fatto se per esempio dovessero chiudere accidentalmente il browser. Le pagine create saranno visitate automaticamente dal crawler di Google entro poche ore dalla pubblicazione e quindi indicizzate nel motore di ricerca del colosso.
Come detto, Google page Editor è ancora abbastanza limitato nelle funzionalità non prevendendo nessun tools per la crazione di pagine dinamiche in Asp o in Php, nè tantomeno la gestione di database. Ma sono opzioni che in un prossimo futuro, se il servizio avrà successo, potranno sicuramente essere implementate, magari attraverso l'utilizzo di script prefatti.
Ma Google non si preoccupa di dare solo uno strumento per creare pagine web, ma offre anche lo spazio per pubblicarle con ben 100 mega di spazio web.
Le proprie pagine web saranno ospitate all'indirizzo: http://[username gmail].googlepages.com
Molto probabilmente, in futuro, così come già è stato annunciato per glia ccount di posta di Gmail, sarà possibile reindirizzare le pagine collocate in googlepages.com su un proprio dominio web di primo livello attraverso la gestione dei dns direttamenta dal pannello di controllo di Gmail stesso.
Il nuovo servizio di Google sembra andare proprio nella stessa direzione dei nuovi progetti di Microsoft come Office ed Windows Live, ovvero rendere disponibili online applicazioni software che prima si dovevano per forza installare sul proprio pc.
La stessa Microsoft con i suoi nuovi servizi live, in cambio di pubblicità, offre la possibilità di registrare un dominio gratuito e avere delo spazio web per il proprio sito.
Per usufruire del servizio occorre, quindi, prima di tutto disporre di un accoun Gmail e successivamente recarsi all'indirizzo http://pages.google.com/ ed eseguire il login nel proprio account Gmail.
Mentre vi stiamo scrivendo Google Page Creator, che come abbiamo già detto si trova ancora in una fase di testing iniziale, sembra attualmente avere qualche problema forse dovuto all'alto traffico sul server generato dai curiosi navigatori della rete.
Attualmente, infatti, Google ha bloccato la possibilità di effettuare nuove registrazioni e mostra questo messaggio ai tentativi di login:
Thank you for your interest in Google Page Creator! Google Page Creator has experienced extremely strong demand, and, as a result, we have temporarily limited the number of new signups as we increase capacity. In the meantime, please submit your email address and we will notify you as soon as we are ready to add new accounts. Thank you for your patience

Fonte della notizia: http://www.tweakness.it/

sabato, febbraio 25, 2006

High tech. Pronta la versione beta di Microsoft Windows Vista.

Da Punto Informatico.

Circa mezzo milione di tester sta saggiando in queste ore le novità della nuova Community Technology Preview (CTP) di Windows Vista, una release che inaugura, seppure in via ufficiosa, la seconda e ultima fase di beta testing del nuovo sistema operativo di Microsoft. Come spiegato lo scorso mese, il big di Redmond ha scelto di cancellare il rilascio di una Beta 2 ufficiale per continuare sulla strada, evidentemente più proficua, delle community preview. Quella attuale, chiamata non a caso Enterprise CTP (build 5308), si rivolge in modo particolare alle aziende. La prossima anteprima, la cui data del debutto non è ancora nota, avrà invece per target gli utenti domestici e dei piccoli uffici.L'Enterprise CTP è la prima versione di Vista definita da Microsoft "feature complete", ovvero integrante tutte le funzionalità che faranno parte della release finale. Tra queste c'è la tanto attesa Sidebar, che insieme ai gadget rappresenta una delle maggiori novità "in vista" dell'interfaccia utente del nuovo Windows. La Sidebar è un pannello posizionato sul lato destro del desktop in cui l'utente può inserire scorciatoie ai programmi, applet interattive o i succitati gadget, mini applicazioni in tutto simili ai widget di Mac OS X Tiger.Della nuova CTP, Microsoft ha messo soprattutto in rilievo le novità con cui corteggia le medie e grandi aziende, tra cui i nuovi strumenti per il deployment del sistema operativo, le migliorie nella sicurezza e nella cifratura dei dati, il migliorato supporto alla mobilità e ai notebook, e i nuovi metodi di accesso ai dati aziendali da remoto.Vista include ora un nuovo formato per la clonazione dei dischi, chiamato Windows Imaging Format (WIM), che permette agli amministratori di creare immagini personalizzate del sistema operativo da installare sui desktop aziendali. WIM include molte delle caratteristiche già offerte da prodotti di terze parti, come il celebre Norton Ghost, con il vantaggio di essere integrato in Windows e accompagnato da tutta una serie di strumenti per la creazione, la gestione, la migrazione e il deployment delle immagini.L'Enterprise CTP migliora inoltre i principali strumenti di gestione di Vista, tra cui la Management Console 3.0, la Group Policy, il servizio di logging degli eventi, il task scheduler ecc. Microsoft fornisce maggiori dettagli sulle novità in questa pagina.Quella attuale è la prima preview di Vista a permettere l'aggiornamento di una copia di Windows XP SP2: in precedenza il sistema operativo poteva essere installato esclusivamente su una partizione "pulita". Microsoft ha incoraggiato i propri tester a provare l'aggiornamento su immagini di Windows XP effettuate su macchine di produzione: ciò consente di portare alla luce un maggior numero di problemi ed eventuali incompatibilità con applicazioni di terze parti.Tra le gallerie di screenshot dell'Enterprise CTP pubblicate su Internet si segnalano quella di pcmag.com e quella di activewin.com.Le immagini ISO della build 5308 di Vista, scaricabili dagli iscritti al Windows Vista Technical Beta Program, sono due: una per la versione a 32 bit, della dimensione di circa 2,7 GB, e una per la versione a 64 bit (x64), di circa 3,6 GB. Come testimoniato da molti tester, in queste ore ci sono stati diversi problemi di traffico, dovuti presumibilmente all'elevato numero di persone coinvolte in questa fase del testing.

mercoledì, febbraio 22, 2006

High tech. eMule - Sequestrato il server Razorback.

Da Download Blog.it.

Il server di riferimento per la comunità di eMule ed eDonkey è stato sequestrato dalla polizia belga: i server di Razorback, di proprietà di una associazione svizzera, erano collocati in Belgio, e da qui serviva come punto di scambio per gli indici dei file scambiati tra gli utenti di eMule.
"Razorback2 era una minaccia per la società": così ha commentato l'associazione Worldwide AntiPiracy. "Una grande vittoria nella lotta contro la distribuzione di materiale illegale sulle reti p2p" ha dichiarato la Motion Picture Association.
La notizia comunque non deve allarmare gli utenti che fino ad ora hanno utilizzato questo server, in quanto non veniva registrato nessun log contenenti gli IP degli utenti. Il costo di tale procetura sarebbe stato altissimo, considerato il milione di utenti connessi e le centinaia di milioni di file indicizzati.
Già da tempo si sapeva che esistevano molti server spia sulla rete di eDonkey: ora la cosa è molto più evidente in quanto gli unici server chiamati Razorback esistenti in rete sono falsi. E' comunque sufficiente utilizzare le liste server epurate dei server spia e disabilitare l'aggiornamento automatico della lista.
Ora più che mai è necessario quindi passare all'utilizzo della rete Kademlia, il network p2p decentralizzato, quindi senza necessità di server di riferimento. Il milione di utenti che utilizzava Razorback si è riversato sugli altri server, causando diversi intasamenti e grattacapi per i gestori degli altri server.

martedì, febbraio 21, 2006

High tech. Anticipazioni sulla Playstation 3.

Da AZPoint.

Diverse voci si sono susseguite ultimamente sui (reali o presunti) ritardi che subirà la console PlayStation 3 di Sony rispetto al lancio pianificato in origine, slittando secondo alcuni al 2007. Sony, al Taipei Game Show (Taiwan) ha risposto alle indiscrezioni ribadendo che la PS3 arriverà nei negozi nel corso del 2006. Ha anche affermato che nei mercati europeo ed americano potrebbe arrivare qualche mese dopo rispetto al mercato asiatico. Non è stato però specificato quando, nè se arriverà entro il 2006 solo in Asia o in tutto il mondo. Sembra però ormai chiaro che il lancio non avverrà nella primavera, come previsto.Sony nega ogni preoccupazione riguardo la Xbox 360 di Microsoft (che ha ormai sfruttato a dovere l'anticipo sul mercato), e si attende vendite record (oltre 100 milioni di unità stimate) nonostante molti si aspettino un prezzo per la PlayStation 3 decisamente salato (alcuni arrivano a stimare anche 900 dollari).

sabato, febbraio 18, 2006

La "Mafia" del Calcio. Gaucci su Della Valle e Mazzone.

Da Repubblica.it.

Nuove pesanti accuse di Luciano Gaucci al mondo del calcio. L'ex patron del Perugia, latitante per la procura di Perugia che indaga sul fallimento del club umbro, questa volta ha cambiato obiettivo e attacca Diego Della Valle, il proprietario della Fiorentina. In una lunga intervista trasmessa ieri da Umbria Tv, Gaucci accusa: "Della Valle mi offrì 20 milioni di euro per far vincere la Fiorentina nello spareggio promozione per la A contro di noi. Fu un suo intermediario a incontrarmi in un locale pubblico di Arezzo. Io rifiutai - ha dichiarato Gaucci -, ma sono sicuro che 5-6 giocatori, vista la loro prestazione, si lasciarono corrompere per somme sicuramente inferiori a quelle che mi aveva offerto Della Valle". Gaucci punta il dito su tre ex giocatori del Perugia: Zè Maria (ora all'Inter), Di Loreto (alla Fiorentina), e Fresi. Il Perugia, nel doppio spareggio promozione, perse 1-0 in casa nella gara d'andata e pareggiò 1-1 a Firenze. Le reazioni. Il club viola ieri sera ha rifiutato qualunque tipo di commento sulla vicenda, oggi ha rilasciato un durissimo comunicato: "Chiederemo a Gaucci di rendere conto delle sue dichiarazioni alla magistratura. Le dichiarazioni di Luciano Gaucci sono talmente false da risultare ridicole e non meriterebbero alcun commento, se non offendessero il nome e la dignità della Fiorentina, dei suoi tifosi, dei giocatori e della città di Firenze. Solo per il rispetto di questi valori, che sono sempre stati al centro del nostro progetto, chiederemo a Gaucci di renderne conto alla magistratura".
Accuse anche a Mazzone. Gaucci parla anche dello scudetto perso dalla Juventus nel 2000, nella lunga intervista rilasciata a Santo Domingo all'emittente perugina. Gaucci ricorda l'ultima gara di campionato, al "Curi", che la Juve perse 1-0 (gol di Calori) nel diluvio e in un campo impraticabile per molti ma non per l'arbitro di allora, Pierluigi Collina. "La partita era stata già aggiustata, doveva vincerla la Juventus - accusa Gaucci -, Moggi aveva già fatto il contratto con Mazzone e Pieroni per farli andare l'anno dopo al Torino. Io mi imposi e visto che già l'anno passato ero stato minacciato dai tifosi della Lazio per quella gara persa con il Milan che fece vincere lo scudetto ai rossoneri, il martedì prima della gara mi recai a Perugia per parlare con i giocatori. Mazzone era davanti alla porta e non voleva farmi entrare nello spogliatoio, ma gli dissi che era un dipendente e lo feci uscire. Ai giocatori dissi che la partita era stata accomodata e che, se avessero fatto ciò che altri avevano già deciso per loro, li avrei mandati due mesi in Cina a disputare amichevoli e che al ritorno avrebbe giocato la Primavera, perchè tutti avrebbero dovuto sapere che si erano venduti la partita. Pieroni poi se ne andò a fare il direttore sportivo al Torino". La Figc apre inchiesta. Dopo le dichiarazioni di Gaucci, la Federcalcio ha aperto un'inchiesta. Questa decisione blocca anche un'eventuale prescrizione.

Politica. Calderoli si è dimesso.

Da Repubblica.it.

Il ministro delle Riforme Istituzionali Roberto Calderoli si è dimesso. Le sue dimissioni, giunte all'indomani dell'assalto al consolato italiano di Bengasi erano state chieste dall'intero governo e da tutta l'opposizione. Il ministro, sotto accusa per aver indossato in tv una maglietta con le vignette su Maometto, dopo un pressing continuo ha gettato la spugna. La decisione di Calderoli è stata comunicata dopo un incontro che si è tenuto nella tarda mattinata a Gemonio a casa del leader leghista Umberto Bossi: c'era anche il ministro del Welfare Roberto Maroni. Poco prima erano risuonate le parole del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi che aveva chiesto "comportamenti responsabili" a chi ha "responsabilità di governo". Per Ciampi la linea "chiara" dell'Italia è quella del "rispetto dei credi religiosi e dei culti di ogni popolo". Poco dopo queste parole, sono arrivate le dimissioni di Calderoli. "Non intendo consentire ulteriormente la vergognosa strumentalizzazione che in queste ore viene fatta contro di me e contro la Lega Nord anche (purtroppo) da esponenti della maggioranza: per questi motivi ho rimesso il mio mandato di ministro delle Riforme Istituzionali nelle mani del presidente Berlusconi, per senso di responsabilità e non certo perché sollecitato da maggioranza e opposizione", ha poi detto Calderoli.
Il comunicato. Nell'annunciare le dimissioni, Calderoli ha però ancora una volta giustificato il proprio comportamento: "Nelle ultime settimane - si legge nella dichiarazione scritta con la quale ha comunicato la propria decisione - abbiamo assistito a manifestazioni di inaudita violenza in molti Paesi musulmani contro sedi di rappresentanza di Paesi occidentali (Danimarca, Inghilterra, Norvegia, Usa, ecc.) culminati con l'uccisione del sacerdote e il massacro di suore e civili, colpevoli solo di professare una religione diversa dall'Islam".
"Questo vero e proprio attacco all'Occidente - si legge ancora nel comunicato - mi preoccupa molto e dovrebbe preoccupare tutti coloro che hanno responsabilità di governare il pacifico vivere tra culture diverse. Nei giorni scorsi ho espresso a modo mio la solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti dalla cieca violenza del fanatismo religioso e per questo io e la Lega Nord siamo finiti sul banco degli imputati". "Ma non è mai stata mia intenzione - ha chiarito il responsabile delle segreterie nazionali leghiste - quella di offendere la religione musulmana nè di essere di pretesto alla violenza di ieri. Non intendo tuttavia rinunciare alla battaglia per affermare i valori in cui credo, quelli che mi hanno tramandato i miei genitori e i miei nonni, vale a dire gli insegnamenti della religione cristiana e di essere un uomo libero". "Nonostante le minacce di morte che mi sono arrivate in questi giorni continuerò a lottare per i valori in cui credo - ha concluso Calderoli - e chiedo che il programma della Cdl ponga al primo punto il riconoscimento delle radici cristiane della millenaria storia dell'Europa, che devono prevalere su ogni forma di interesse economico che non tenga presenti i diritti e la libertà dei popoli".

Economia. Secondo l'Istat, nel commercio estero mai così male dagli anni '80.

Da L'Espresso.

Le importazioni di petrolio e gas fanno sprofondare il saldo del commercio estero in Italia. Secondo i dati diffusi dall'Istat, nel 2005 ha toccato un record negativo di 10.368 milioni di euro (il deficit nel 2004 è stato di 1.221 milioni di euro), un risultato che non si toccava dagli anni Ottanta. Nel 2005 le esportazioni complessive sono cresciute del 3,7% rispetto al 2004, mentre le importazioni sono aumentate del 6,8%. Greggio e gas naturale pesano per il 13,4% nelle importazioni complessive e sono cresciute dal 10,3% del 2004 al 13,4% del 2005. Se non ci fossero, sottolinea l'istituto di statistica, il saldo della bilancia commerciale sarebbe positivo. D'altro canto la voce petrolio raffinato è una di quelle con il segno positivo più marcato tra le esportazioni del nostro Paese. Le variazioni positive più elevate delle esportazioni - spiega l'Istat - sono state registrate appunto per i prodotti petroliferi raffinati, per i prodotti chimici e le fibre sintetiche artificiali e per i metalli. Le flessioni maggiori si sono invece manifestate per i mobili e per i prodotti in legno. Nel 2005, dunque, il saldo della bilancia commerciale al netto dei prodotti energetici è positivo per 30.214 milioni euro a fronte di un surplus di 27.965 milioni di euro nel 2004. Sempre per quanto riguarda l'interscambio complessivo, nel solo mese di dicembre 2005, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, le esportazioni sono aumentate del 4,2% e le importazioni dell'8,7%. Con un saldo commerciale negativo per 1.371 milioni di euro a fronte di un deficit di 503 milioni di euro registrato nel 2004.
Guardando il dato relativo all'interscambio tra Italia e Paesi dell'Unione Europea, c'è un saldo negativo di 2 miliardi (1,8 l'anno prima), le esportazioni sono cresciute dell'1,1% e le importazioni dell'1,2%.

giovedì, febbraio 16, 2006

High tech. Il team di hacker di 360gamesaves.com ha messo a punto un tool per navigare nel file-system di Xbox 360.

Da Punto Informatico.

La nuova Xbox 360 è una console decisamente più blindata della precedente ma la comunità hacker sta cominciando a prendere confidenza con i suoi vari componenti. Lo dimostra il rilascio di un tool per Windows, chiamato Xplorer360, che nell'ultima versione beta fornisce pieno accesso in lettura e scrittura all'hard disk e alle memory card della console di Microsoft. In un post apparso sul sito Xbox-Scene.com, uno degli autori del programma ha spiegato che Xplorer360 permette di utilizzare un PC per navigare sul disco e sulla memory card di Xbox 360 e trasferire file da un sistema all'altro. L'hard disk della console può essere connesso al PC utilizzando un controller SATA, mentre la memory card può essere letta direttamente via USB."Il supporto alla lettura e alla scrittura dell'hard disk e della memory card di Xbox 360 significa poter finalmente condividere i salvataggi dei giochi attraverso Internet", ha scritto l'hacker XanTium nel proprio post, aggiungendo che nelle prossime settimane gli sviluppatori del programma rilasceranno una versione specificamente progettata per la gestione e l'upload sul Net dei salvataggi."Altrettanto interessante - ha scritto lo sviluppatore - è la possibilità di muovere i vostri vecchi salvataggi di Xbox 1 verso Xbox 360".Il tool consente inoltre di curiosare in tutte le cartelle di Xbox 360, incluse quelle dove vengono archiviati i file - musica, demo, temi e video - scaricati da Xbox Live.XanTium ha tenuto a sottolineare come Xplorer360 "non cracca né aggira alcun sistema di sicurezza" e soprattutto "non consente di copiare giochi retail sull'hard disk".Xplorer360 0.9 Beta 2 può essere scaricato dal sito 360gamesaves.com. Gli sviluppatori hanno però avvisato che questa release contiene alcuni bug piuttosto seri: i meno impazienti farebbero bene ad attendere il prossimo update del software, promesso a breve.

mercoledì, febbraio 15, 2006

High tech. Proteste degli utenti per Libero ADSL - Non funziona con i software peer to peer.

Da Punto Informatico.

C'è delusione e rabbia nelle parole di moltissimi utenti che da settimane stanno scrivendo a Punto Informatico ribadendo quanto già si può leggere su Usenet, ossia che la loro connessione ADSL con Libero-Wind si "pianta" quando utilizzano applicativi peer-to-peer. "Scrivo - scrive Alessio D.L. - per segnalare uno scandaloso problema con la linea adsl Libero 4 mega flat dell'operatore telefonico Wind-Infostrada. Da qualche tempo a questa parte quando si usano software peer-to-peer la connessione risulta come "strozzata" e ciò comporta l'impossibilità di una normale navigazione web"."Da qualche mese a questa parte - ribadisce Emilio N. - la connessione risulta strozzata, in pratica appena si aprono dei programmi peer-to-peer, ossia per lo scambio libero di file personali e programmini gratuiti, tutto il traffico viene bloccato ed addirittura non si riesce a navigare".Le testimonianze dei molti che hanno scritto a PI sottolineano come chiudendo i software P2P la connessione torna a funzionare regolarmente, una particolarità segnalata anche sui numerosi siti che in questi giorni stanno dando voce alla protesta degli utenti.A detta degli abbonati ai servizi di Libero, dunque, la mera attivazione di un programma P2P uccide la connessione, fatto che sembrerebbe contraddire le dichiarazioni che la stessa Wind rilasciò a Punto Informatico lo scorso novembre: "Da qualche giorno abbiamo attivato un engine che, in caso di traffico elevato, dà priorità a quello più prezioso per l'utenza residenziale: navigazione, posta, VoIP (...) a scapito del resto, per esempio del peer to peer. Però non credo che gli utenti possano protestare se, per un'ora al giorno, non riescono a scaricare gli MP3. Dopotutto, il regno del peer to peer è la notte, quando la banda è libera". Parole, peraltro, che non sono piaciute ai molti che le citano in questi giorni, secondo cui sul peer-to-peer circolano moltissimi materiali del tutto legali. Ed è certamente vero che un numero sempre crescente di imprese si rivolge a protocolli come quelli usati in BitTorrent, per fare un esempio, per diffondere al meglio certi prodotti.Di interesse segnalare come, secondo molti utenti, l'assistenza di Libero avrebbe in più occasioni negato l'esistenza di filtri antiP2P, una posizione a cui ora si allinea la dichiarazione sulla Qualità del servizio appena pubblicata dall'assistenza di Libero secondo cui il P2P non viene in alcun modo filtrato.In tanti si appellano al contratto ADSL sottoscritto con l'azienda, un contratto che però negli allegati tecnici specifica come il servizio permetta: "http (navigazione WWW), e-mail (Electronic Mail basata su SMTP) sia POP3 che IMAP4, news (accesso ai News Group), ftp (trasferimento bidirezionale di file)". Non viene invece elencato tra le funzionalità offerte il funzionamento delle piattaforme P2P, una clausola che qualcuno ipotizza Wind farà valere dinanzi alle contestazioni degli utenti che, come molti hanno dichiarato di voler fare, adissero le vie legali.Il contratto stesso, nel caso in cui un utente voglia abbandonare Libero e passare ad altro operatore, assegna delle penali, in quanto ha una validità base di un anno.Non è detto però che Wind in un eventuale giudizio intentato dai consumatori l'abbia vinta. C'è infatti chi ipotizza anche una violazione della privacy da parte dell'operatore dominante. "Queste limitazioni - scrive un lettore a Punto Informatico - vanno contro il libero uso che una persona fa della propria ADSL, e non per ultimo risulta infranto anche il diritto alla privacy, visto che analizzare il flusso dati di un cliente per capire quale programma è in esecuzione, e di conseguenza rallentarlo, è come spiare nella posta del vicino di casa"..

Privacy. I datori di lavoro non possono spiare cosa fanno i dipendenti in rete.

Da Punto Informatico.

Un sonoro altolà alle sempre più diffuse pratiche di monitoraggio sull'uso del computer e di Internet da parte dei dipendenti è arrivato ieri dal Garante della Privacy, con una decisione destinata ad impattare in modo decisivo sulle imprese italiane ma anche sulla pubblica amministrazione. In sostanza, il datore di lavoro non può analizzare la navigazione web del dipendente per capire su quali siti e servizi si soffermi.

High tech. Dissequestrati coolstreaming.it e calciolibero.com.

Da Ikaro.

I due siti coolstreaming.it e calciolibero.com sono stati dissequestrati. La decisione è stata presa dal GIP di Milano Nicola Clivio in quanto il reato è stato commesso in Cina e non in italia, tanto meno dai due ragazzi che sono stati per giunta indagati per violazione dei diritti di copyright. Riassumendo in breve nei due siti venivano diffuse semplici informazioni su programmi e palinsesti di televisioni di tutto il mondo. Alcune di queste TV oltre la normale programmazione mandavano in onda nel loro paese le partite del campionato di calcio in seguito ai diritti acquisiti legalmente, ma anche il segnale in streaming che quindi veniva diffuso in tutto il pianeta. Lo scorso Ottobre Sky ha sporto querela per violazione dei diritti di autore contro i due siti e relativi gestori, querela sfociata alla fine di gennaio alla chiusura dei siti e all'iscrizione dei due ragazzi nel registro degli indagati per un reato tanto grave quanto inconsistente. Questo dissequestro è la logica conseguenza di ciò che gli utenti in rete già conoscevano; l'atto di chiusura dei siti era del tutto immotivato, ingiusto e grave e poteva essere inquadrato o in un errore che prima o poi sarebbe stato chiarito o in un atto di intimidazione verso la libera e legale circolazione delle informazioni in rete a vantaggio di interessi corporativi di privati. In effetti ancora non sappiamo quali siano state le dinamiche che abbiano portato all'affrettata chiusura dei due siti e al danno morale portato ai due ragazzi trattati come criminali, di certo però questo dissequestro ci da un senso di sollievo e ci fa ben sperare per il futuro. I responsabili di SKY hanno commentato la notizia affermando preoccupazione per un avvallo alla diffusione illegale delle immagini in diretta delle partite insistendo nel presentare la vicenda in maniera scorretta. Auguriamo a SKY di salvaguardare i propri interessi, pagati per altro a caro prezzo, ma invitiamo l'azienda a non confondere la salvaguardia dei propri diritti con la censura in rete e sopratutto a non accanirsi più su incolpevoli utenti ma di effettuare le proprie rimostranze a chi di dovere. In Cina. Censura che per altro potrebbe essere messa in opera esattamente come nel caso dei casinò on line. Sebbene non ci sia nulla di ufficiale molti IP a siti esteri che forniscono sia trasmissioni che applicazioni per la TV via internet sono già difficilmente raggiungibili (come PPLIve.com). Sia ben chiaro, non si parla di oscurare le "partite illegali", ma i gli IP che trasmettono gli streaming delle trasmissioni live di moltissime TV estere tra cui quelle che trasmettevano le partite insieme a decine e decine di TV che non avevano le partite nel loro palinstesto. Qualora ciò venisse realmente attuato sarebbe illiberale e gravissimo.

lunedì, febbraio 13, 2006

Ambiente. Sfruttando il serbatoio idrico, energia pulita per diecimila abitanti.

Da Prima Pagina Regione Toscana - di Remo Fattorini.

Produrre oltre 8 milioni di chilowatt di energia elettrica, quanto serve per alimentare un comune di diecimila abitanti, senza inquinare, ad emissioni zero. Questo è quanto accadrà con l'entrata in funzione della nuova centrale elettrica di Bilancino, inaugurata stamani dal presidente di Publiacqua, Amos Cecchi, dal sindaco di Barberino, Gian Piero Luchi e dal presidente della Regione Toscana, Claudio Martini.
L'accordo per la realizzazione di questa centrale idroelettrica fu firmato nel febbraio 2003. In soli tre anni è stata progettata e costruita, e oggi ha iniziato a produrre energia elettrica. L’opera ha richiesto un investimento di 4,5 milioni di euro, a cui la Regione ha contribuito con un finanziamento di circa 800.000 euro, utilizzando le risorse comunitarie previste dal Docup 2003-2006.
'E’ una piccola centrale, ma simbolicamente grande. Servirà per accendere molte lampadine, mi auguro che accenda anche la lampadina di coloro che sono chiamati a governare - afferma ricorrendo all’ironia il presidente della Regione Martini – Come quella che si accese per l’allora presidente della Regione Gianfranco Bartolini. Fu lui a compiere la scelta di realizzare l’invaso di Bilancino. Oggi, di fronte a questa realtà, è semplice dire che aveva ragione, ma allora vi fu una discussione aspra e impegnativa, e Bartolini riuscì a difendere quella scelta di cui oggi constatiamo un ulteriore beneficio. La nuova centrale è una risorsa in più, che si aggiunge a quelle già concretizzate con il completamento dell’invaso: una migliore regimazione delle acque del bacino dell’Arno, la disponibilità di un serbatoio di acqua potabile per l’intera area metropolitana, una risorsa turistica per il Mugello”.
“La Toscana è chiamata nei prossimi anni – prosegue Martini – a prendere altre decisioni importanti sulle infrastrutture. Abbiamo bisogno di nuove opere per far compiere un salto di qualità alla nostra regione. Mi auguro che la classe politica di oggi dimostri la stessa capacità e lungimiranza di quella di allora. E spero che anche il dibattito politico cresca e si dimostri all’altezza della sfida, anche se non lo darei per scontato. Sempre più spesso, quando si è chiamati a pronunciarsi sulle grandi opere, è più facile dire di no che dire di sì”.Fra i vantaggi della centrale idroelettrica di Bilancino c’è anche quello del contributo alla realizzazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: produrre 8 milioni di chilowatt di energia idrolettrica comporta l’abbattimento di 6.000 tonnellate di emissioni di CO2 in atmosfera. Bilancino quindi contribuisce anche alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. “Una realizzazione di piccole dimensioni – precisa il presidente Martini – ma se ripetuta sul territorio regionale potrà dare risultati assai significativi in materia di bilancio energetico. Abbiamo bisogno di produrre più energia, ma in modo pulito. La Regione si propone, entro il 2012, di produrre il 50% del fabbisogno di elettricità con fonti rinnovabili (oggi siamo al 30%), riducendo così le emissioni in atmosfera di ben 4 milioni di tonnellate di anidride carbonica rispetto ai livelli del 2002. In questo modo rispetteremo i parametri del Protocollo di Kyoto”.

Economia. Sequestrati 22 milioni di euro in titoli di Ricucci della scalata RCS.

Da RaiNews24.

Titoli per un valore di 22 milioni di euro nella titolarita' di Stefano Ricucci sono stati sequestrati dalla guardia di finanza su disposizione della procura di Roma nell'ambito dell' inchiesta sulla scalata ad Rcs.Le azioni sequestrate fanno parte della quota del 14,7% di Rcs depositata presso la Bpi come pegno per gli affidamenti ottenuti da Ricucci. L'importo risulta essere pari alla plusvalenza realizzata da Ricucci nel periodo in cui sono avvenute le operazioni per cui e' indagato per aggiotaggio informativo dai magistrati romani. Alle quotazioni attuali la quota sequestrata sarebbe pari allo 0,7% del capitale di Rcs.

sabato, febbraio 11, 2006

Politica. La Legacoop denuncia Berlusconi - Premier indagato per diffamazione.

Da Repubblica.it.

Il presidente della Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, Giuliano Poletti, ha denunciato per diffamazione il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La denuncia, presentata questa mattina alla procura di Roma dalll'avvocato Fausto Tarsitano, riguarda un'intervista tv del 3 febbraio al programma "Omnibus", su "La7": Berlusconi segnalò il caso di una cooperativa della regione Campania "che aveva avuto finanziamenti legati alla camorra". Il premier è stato iscritto poco dopo dalla procura di Roma nel registro degli indagati: si tratta di un atto dovuto poichè il suo nome è espressamente citato nella querela. E pertanto, ha spiegato Berlusconi a margine di una conferenza stampa, non è stata inviato alcun avviso di garanzia. "Non arriva un avviso di garanzia perchè c'è una querela di parte", ha sottolineato Berlusconi, aggiungendo che la Legacoop "non sa come rispondere ed ha presentato querela perchè non sa come salvare la faccia". Poletti nella denuncia ha ricordato che nell'intervista fatta nel programma 'Omnibus' il presidente del Consiglio ha fatto precise dichiarazioni a proposito dei finanziamenti che avrebbe avuto la cooperativa della Campania. Dichiarazioni che, secondo il denunciante, contengono gravi accuse senza fondamento. Berlusconi nella trasmissione ha anche citato, a dimostrazione delle proprie dichiarazioni, la procura della Repubblica di Napoli. Ma la stessa procura, si legge nella denuncia, "di fronte ad accuse così gravi ha fatto una secca smentita sottolineando che quei processi si sono conclusi con le assoluzioni dei dirigenti delle Cooperative e non con prescrizioni tranne che per un unico capo di imputazione".
"Nelle motivazioni delle sentenze - si legge nella denuncia - i giudici, ponendosi in contrasto con le tesi d'accusa, ritennero che i dirigenti coop erano da considerare come vittime e non complici delle infiltrazioni dei clan nel sistema dei subappalti". Nel suo intervento televisivo, invece, il premier aveva detto come dalla lettura delle carte processuali fosse indiscutibile che "quei finanziamenti venissero dalla camorra", per poi aggiungere che "soltanto il trascorrere del tempo della prescrizione per la lentezza, secondo me voluta apposta su questo processo, ha impedito che ci fosse una condanna. Però di condanne di connivenze tra organizzazioni della criminalità organizzata appunto e delle cooperative ce ne sono diverse", aveva concluso Berlusconi. Per Poletti le dichiarazioni rese dal presidente del consiglio "appaiono di enorme gravità. Non solo perchè la notizia della collusione fra camorra e cooperative è stata data dal premier, autorità a cui si dà credito per via dell'alta funzione che esercita ma anche perchè l'on. Berlusconi ha soggiunto di aver letto le carte del processo, di averle direttamente e personalmente esaminate per cui il suo 'dictum' ha avuto una efficacia poderosa".

venerdì, febbraio 10, 2006

Politica. L'Authority multa Retequattro per la trasmissione Liberitutti dove era ospite il Premier.

Da Metro News.

Multa da 150.000 euro a Rete 4 per la trasmissione 'Liberitutti' che ha ospitato Silvio Berlusconi. Lo ha deciso l'Authority per le Tlc. La Commissione Servizi e Prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduta da Corrado Calabrò, relatore Michele Lauria, si legge in una nota, "ha deliberato a maggioranza di irrogare una sanzione pecuniaria di 150.000 euro a Rete4 per le violazioni commesse nella trasmissione Liberitutti, andata in onda il 4 febbraio scorso, e ha imposto alla stessa rete l'obbligo di dare informazione adeguata della violazione nella medesima fascia oraria prima della data di convocazione dei comizi elettorali".
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi critica senza mezzi termini la decisione dell'organismo. L'Authority per le telecomunicazioni "non è più un organo di garanzia, ma è diventato un organo di battaglia politica", dice il premier. "E' veramente uno scandalo che l'Authority non abbia detto nulla nei confronti di Raitre - aggiunge -, che è una autentica macchina da guerra contro gli avversari politici. E' scandaloso che ci sia questa situazione e che poi si prendano iniziative come questa, assolutamente ingiustificate".
A stretto giro la replica del direttore di Raitre Paolo Ruffini. "Mi auguro che cessi questa violenta e ingiusta campagna contro Raitre. Raitre non è una 'macchina da guerra'. E' molto più semplicemente la rete con il più alto indice di qualità, per di più in costante crescita. Così come in crescita sono i suoi ascolti, che la collocano al terzo posto nel 2006 dopo Rai1 e Canale 5, e prima di Italia 1", sottolinea.
Mentre Mediaset si dice "indignata per la pesantezza della delibera dell'Authority per le Comunicazioni contro la quale - annuncia - ricorrerà immediatamente al Tar". In una nota il gruppo del 'biscione' sostiene che "le sanzioni decise, sia editoriali sia economiche, esplicitano nel modo più evidente gli effetti di un provvedimento che riteniamo illegittimo in quanto anticipa solo per Mediaset il regime di par condicio: illegittimo il regolamento, illegittima la sanzione che ne discende".
Sul fronte politico la replica al premier arriva dal presidente dei Ds Massimo D'Alema. "L'ha nominata lui - afferma l'esponente della Quercia - quindi evidentemente saranno delle autocritiche, una volta tanto. L'Autorità delle telecomunicazioni è stata nominata nel corso di questa legislatura". Mentre il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, invita a non attaccare "le autorità:, non isoliamoci, non inseguiamo i fantasmi".

Politica e Finanza. Al figlio di Billè il 20% della holding di Ricucci - I pm indagano per scoprire se agisse da prestanome.

Da La Stampa Web.

L’attenzione si è appuntata subito su quei due certificati al portatore, valore 2 milioni e duecentomila euro l’uno. Nei primi giorni dell’anno, gli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Finanza avevano trovato un «tesoro», che fu ipotizzato essere la «contabilità parallela» della Magiste, la capogruppo, la società «madre» dell’impero dell’immobiliarista Stefano Ricucci. Erano 131 scatoloni di documenti, nascosti in un box di una palazzina di Zagarolo, naturalmente di proprietà di Ricucci, indagato per la scalata Rcs e per la compravendita di una immobile in via Lima, quartiere Parioli, a Roma. Quei due certificati al portatore potevano essere cambiati da chiunque li portasse alla cassa della banca. Ma tra i faldoni gli uomini della Finanza hanno trovato anche un carteggio tra lo stesso Ricucci e Andrea Billè, figlio di Sergio, che documentava il passaggio di proprietà: l’immobiliarista cedeva - era l’ottobre del 2004 - il 20% delle azioni della sua Magiste al figlio del presidente della Confcommercio, Andrea appunto. Che a sua volta pagava l’acquisto con 4 milioni e quattrocentomila euro, otto miliardi e rotti delle vecchie lire. La scoperta rappresenta sicuramente un aggravamento della situazione processuale di Sergio Billè. Quel 5 gennaio scorso, l’ex potente presidente della Confcommercio, Sergio Billè, davanti ai pm Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli che lo interrogavano per la vicenda della compravendita dell’immobile di via Lima, rispose deciso alla domanda se avesse avuto o se avesse altri rapporti di natura economica con l’immobiliarista Stefano Ricucci: «No. Nessuno». E invece la scoperta della Finanza smentisce Billè, almeno su questo punto. Gli affari erano almeno due, e il primo risaliva a due anni fa. Ovviamente, gli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Finanza stanno lavorando per cercare di capire se le azioni della Magiste cedute da Ricucci sono nella disponibilità reale di Sergio Billè. Insomma se Andrea è soltanto un prestanome del padre. Di lui, del ragazzo, classe 1974, 32 anni, si sa che lavora ad Assitalia, nell’agenzia di via Reggio Calabria 56, a Roma. «E’ difficile che Andrea Billè possa avere la disponibilità di un capitale di otto miliardi per acquistare azioni di una società»: vanno cauti gli investigatori, anche se ovviamente sono convinti che quelle azioni sugellano un patto di affari e di amicizia che risale nel tempo tra l’ex presidente di Confcommercio e Stefano Ricucci. Eppure, fino a ieri sembrava che Billè e l’immobiliarista fossero amici. L’ex presidente di Confcommercio mise a verbale, il 5 gennaio scorso, davanti ai pm che lo indagavano per appropriazione indebita aggravata e continuata: «Ho conosciuto Ricucci nel 2002 o nel 2003, ad una manifestazione di Bmw Italia: eravamo al tavolo insieme con le rispettive consorti e nacque una istintiva e reciproca considerazione dalla quale cominciò una certa frequentazione, che poi divenne più assidua quando Ricucci, anche su mio suggerimento, si fece promotore della costituzione di una organizzazione sul tipo di quella di Confindustria». E’ la fine del 2004 quando Ricucci iniziò ad accennare a Billè alla possibilità di cedere l’immobile di via Lima per trasformarla nella sede della Confcommercio. Almeno è questa la versione ufficiale che peraltro convince poco i magistrati romani. Gli inquirenti sospettano che i fondi Confcommercio, 39 milioni di euro passati da Billè a Ricucci, dovevano servire per la scalata Rcs. Fondi che poi sono stati individuati e che erano serviti invece ad acquistare azioni Capitalia.Adesso, gli investigatori stanno cercando conferme a un nuovo scenario che sembra essersi aperto: nell’ottobre del 2004, Billè, allora potente presidente di Confcommercio, diventa socio nei fatti di Stefano Ricucci, detenendo il 20 per cento di azioni della Magiste. Questo cosa significa? Che anche Billè ha avuto voce in capitolo nel tentativo di scalata Rcs? Da dove li ha presi quei 4 milioni e quattrocentomila euro per comprare azioni Magiste? Dal «fondo del presidente»? Un pozzo senza fondo sul quale Billè faceva convergere le somme i versate dalle aziende, come contributi integrativi per i dirigenti, e che corrispondevano più o meno a 14 milioni di euro all’anno, e dal quale attingeva senza un reale controllo?

Politica e Finanza. Fiorani confessa:"Soldi a Politici per salvare Fazio".

Da Repubblica.it.

Un terremoto che parte dalla sala colloqui del carcere di San Vittore, rimbalza negli uffici della Procura della Repubblica e investe la ribalta della politica. A partire dalla metà di gennaio, quando era in carcere ormai da un mese, Gianpiero Fiorani, - l'ex presidente della Banca popolare italiana arrestato per associazione a delinquere - ha deciso di fare pesanti ammissioni sui rapporti della sua banca con personaggi di primo piano della vita politica. Fiorani non si è limitato a confermare quanto il suo collaboratore Donato Patrini aveva dichiarato sui prestiti allegri della Popolare a una serie di esponenti del centrodestra. Ha anche dato una spiegazione precisa del perché di quei pagamenti. Quei soldi, dice Fiorani, furono il prezzo per comprare alcuni di quei politici e metterli al servizio della causa cruciale: il salvataggio di Antonio Fazio, il governatore della Banca d'Italia, nume tutelare di Fiorani e dei suoi progetti. Fu pagando personaggi di Forza Italia e della Lega Nord che venne comprato il sostegno a Fazio. Fiorani rivela che anche l'acquisto di Credieuronord, la banca leghista rilevata dalla Bpi quando era sull'orlo di un crac disastroso, faceva parte di quell'accordo. Due, tra i personaggi chiamati in causa da Fiorani, sono uomini di governo. Uno è un ministro: Roberto Calderoli, Lega Nord, ministro per le Riforme. L'altro è il suo "vice": Aldo Brancher, Forza Italia, sottosegretario alle Riforme. Ieri negli ambienti della Procura milanese si diffonde la voce che i due siano già stati iscritti nel registro degli indagati per finanziamento illecito, insieme ad altri esponenti chiamati in causa prima da Patrini e poi da Fiorani. La Procura smentisce. Ma la decisione, che sia stata o no formalizzata con l'iscrizione, è comunque presa.
Anzi: l'unica incertezza riguarda il titolo di reato da formulare a carico degli indagati. Se le cose stanno come dice Fiorani, liquidare la vicenda come finanziamento illecito potrebbe risultare un po' riduttivo: facendosi corrompere dai vertici di Bpi, i politici di governo sarebbero entrati di fatto a fare parte della cordata che con la benedizione di Fazio puntava ad aprire la strada alla scalata di Fiorani ad Antonveneta, stoppata solo dall'intervento della magistratura nell'estate scorsa. Lo scenario di questo valzer di mazzette è quello dello scontro tra il governatore di Bankitalia e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, deflagrato alla fine del 2003 con il crac Parmalat. È Tremonti che vuole, a partire da allora, il disegno di legge sul risparmio che ridurrebbe bruscamente i poteri del governatore. Ma, a sorpresa, Tremonti si ritrova senza l'appoggio della Lega, che si schiera sempre più risolutamente a difesa di Fazio. Fino al voto finale, nell'aprile 2005, nel pieno della manovra Antonveneta, di un decreto che con i voti del Carroccio salva quasi per intero i poteri del governatore. Ora le dichiarazioni di Fiorani gettano una luce diversa sui motivi di questa scelta leghista. E non casuale appare che insieme a Calderoli venga chiamato in causa Brancher, che è da sempre l'uomo di collegamento tra Forza Italia e il partito di Umberto Bossi: anche quest'ultimo indicato da Patrini come destinatario di un finanziamento da parte della Popolare.

Salute. Uno studio afferma che mangiare cavoli, soia e broccoli previene i tumori.

Da Universo On Line.

Una dieta ricca di fibre aiuta l'organismo a prevenire alcune forme di tumori. Al contrario, alcuni ricerche sulla popolazione hanno evidenziato che quegli individui che hanno più elevati consumi di grassi alimentari sono anche quelli con più alte percentuali di morte per cancro della mammella e del colon.
Se già da tempo numerosi studi relativi alle diete e la salute hanno evidenziato un legame fra l'incidenza delle patologie legate al cancro con il tipo di alimentazione, non si era mai approfondito il processo per il quale un determinato alimento potesse agire a livello molecolare, in questa nuova ricerca è stato analizzato proprio questo aspetto.
La ricerca che ha esaminato nel dettaglio gli effetti di vegetali come cavoli, soia e broccoli, sull'organismo umano, è stata condotta presso l'Università di Georgetown (Washington), i risultati sono stati poi pubblicati sulla rivista scientifica The British Journal of Cancer.
I ricercatori hanno studiato nel dettaglio i processi che frenano le malattie delle cellule e aiutano a prevenire quel processo che porta alcune di esse a degenerare in forme cancerogene. Secondo quanto emerso dallo studio l'azione protettiva verrebbe data da due sostanze, l'indole-3-Carbinol (IC3) contenuto in grandi quantità in verdure come broccoli e cavoli e il genistein, un fitoestrogeno contenuto nella soia.
Quando le sostane sopraccitate vengono assunte dall'organismo e vengono assorbite dalle cellule, si ha un potenziamento dell'attività di due geni, il BRCA1 e BRCA2, entrambi appartenenti alla famiglia degli oncosoppressori. Questi particolari geni in condizioni normali sono coinvolti nella regolazione della crescita delle cellule, nello specifico gli oncosoppressori inibiscono la crescita mentre altri geni, gli oncogeni, stimolano la proliferazione cellulare.
Delle mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 molto spesso portano all'insorgere di alcune forme di tumori che colpiscono alla prostata, al seno o all'ovaio. I due geni svolgono una funzione molto importante nell'organismo, essi hanno il compito di individuare il DNA danneggiato affinché le cellule possano intervenire prontamente per "correggere il problema".
Eliot Rosen, coordinatore della ricerca, spiega che durante la sperimentazione si è notato che un aumento della somministrazione di indole-3-Carbinol (I3C) e di genistein nelle cellule tumorali portava a un incremento, dalle 10 alle 15 volte, dell'attività di riparazione del DNA. Grazie a questo studio si è potuto quindi appurare che i due geni BRCA1 e BRCA2 coinvolti in alcune forme di cancro, possono essere influenzati dalla presenza di determinate sostanze della nostra alimentazione.
Ora che si è appurata l'influenza delle due sostanze, IC3 e genistein, i ricercatori verificheranno l'effettiva efficacia di alcuni integratori presenti sul mercato che secondo quanto dichiarato dai produttori, avrebbero proprio il compito di aiutare l'organismo a prevenire alcune forme di cancro.

High tech. Attacco ad alcuni siti danesi da parte di Hacker islamici.

Da DGMag.

Non più solo nel reale ma anche online: la protesta islamica contro le vignette satiriche su Maometto si è trasferita infatti online.Secondo la Bbc, infatti, presunti hacker musulmani sono riusciti a manomettere circa 900 siti danesi, usandoli per pubblicare minacce e proteste contro le vignette satiriche sul profeta Maometto. Il numero degli attacchi raggiunge le 1000 pagine se vi si includono anche i siti fuori dalla Danimarca.Si tratta per la maggior parte di siti Web di piccole aziende o piccole realtà che non hanno sistemi adeguati per la protezione e che dunque sono vulnerabili agli attacchi esterni di persone esperte.Sul sito del fotografo Thomas Jorgensen per esempio è stata pubblicata una foto che ritrae un manichino dipinto con i colori della bandiera danese attaccata ad un cappio per impiccagione.Su altri siti come quello dell'editoriale di Informationsforlag compare un messaggio in arabo con una traduzione in inglese: "tutto tranne il nostro profeta -- Allahu Akbar -- la Jihad è la nostra strada".A dare l'allarme è stata la società Zone-H che si occupa di monitorare il Web e secondo la quale non sono stati attaccati siti governativi nè il sito del giornale Jyllands-Posten che ha per primo pubblicato le caricature."Ciò che è emerso dall'inchiesta è quanto prevedeva Zone-H: l'uso di Internet come strumento per diffondere le proteste digitali in relazione a ciò che avviene nel contesto mondiale", ha scritto Zone-H.Il risultato degli attacchi da parte degli hacker è stato solo di mantenere alta l'attenzione nei confronti della vicenda legata alla pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto.

giovedì, febbraio 09, 2006

High tech. Una sentenza in Francia legalizza il P2P senza fini di lucro.

Da Punto Informatico.

È la Francia ancora una volta a dare grattacapi, e che grattacapi!, alle major che si battono contro gli abusi sui sistemi di file sharing. Un tribunale parigino ha infatti emesso una sentenza senza precedenti, che in buona sostanza afferma la liceità dell'uso del P2P per scaricare e condividere file protetti dal diritto d'autore a fini personali, ovvero in assenza di finalità commerciali e di lucro.
La notizia della sentenza, che sta facendo rapidamente il giro della rete, si innesca in un momento critico per l'approccio francese al P2P, laddove un numero sempre crescente di parlamentari e commentatori transalpini appare disposto a consentire l'uso personale del P2P. Come racconta l'associazione Audionautes.net, il caso è quello di un utente accusato di aver scaricato e posto in condivisione moltissimi brani musicali, si parla di 1.200 pezzi, tutti protetti dal diritto d'autore gestito dalla Société Civile de Producteurs Phonographique.Stando alla cronaca del procedimento, i sistemi di rilevazione dell'uso del P2P della Societé nel 2004 avevano individuato l'IP del computer di "Antoine", attivo tramite il celebre software Kazaa, all'epoca uno dei più utilizzati in senso assoluto dagli utenti del file sharing.Il Tribunal de Grande Instance di Parigi, giudicando il caso, ha stabilito che "l'imputato faceva uso di questi file a titolo personale, e quindi un uso legale". Secondo i giudici, la normativa francese stabilisce che i cittadini "facciano un uso corretto dei materiali protetti fino a quando questo uso non è collettivo o non è a finalità di lucro".La difesa di Antoine l'hanno condotta proprio gli esperti dell'Associazione Audionates che ora mettono a disposizione il pdf della sentenza (in francese) e sottolineano come sia la prima volta che un giudice francese assolve sia il download di brani che la loro condivisione. In passato, altri casi si erano risolti con assoluzione ma soltanto per quanto riguardava il download. Come si ricorderà, sulla questione della condivisione anche in Canada c'è un dibattito aperto: sebbene la normativa sia ancora poco chiara, il semplice scaricamento di opere protette ad uso personale non viene sanzionato.Va detto che la Societé ha già annunciato che si appellerà contro la sentenza. Ma il presidente dell'associazione Audionates, Aziz Ridouan, si è detto fiducioso sugli esiti dell'appello in quanto la sentenza appare in linea con l'orientamento già espresso in casi precedenti.Il tutto, naturalmente, potrebbe presto trovare una soluzione normativa, in quanto, come accennato, il Parlamento francese sta discutendo proprio in queste settimane alcune proposte che potrebbero portare ad una legalizzazione dell'uso a fini personali del peer-to-peer anche quando si tratta di scambiare materiali protetti dal diritto d'autore.

mercoledì, febbraio 08, 2006

Economia. Alcune precisazioni per fare chiarezza sul fondo di investimento centopiù disponibile presso le poste italiane.

Ho letto su alcuni forum di un fondo di investimento delle poste italiane, si chiama CentoPiù, alcuni dicono:" che ne pensate? il tuo capitale dopo cinque anni si raddoppia."
Attenzione però, riporto qui le frasi esatte che sono inserite nel sito ufficiale delle Poste Italiane che riguardano il fondo:

"Da oggi, puoi cogliere le opportunità di crescita dei mercati finanziari con la garanzia che il valore del tuo investimento dopo 5 anni, il 28/2/2011, sarà almeno pari al 102% di quello iniziale."

Questo NON VUOLE ASSOLUTAMENTE DIRE che alla scadenza dei 5 anni, il vostro capitale sarà cresciuto del 102%, ma che il vostro capitale, pari a 100, alla scadenza, sarà almeno pari al 102% di quella somma. Quindi, per esempio, se investite 1000 €, la garanzia che avete tra 5 anni è uguale a 1020 €.

Questo post non intende minimamente fare un qualsiasi tipo di critica all'investimento, ma solo precisare come stanno realmente le cose. Quindi, attenzione a ciò che leggete e guardate sempre i prospetti informativi.

Per maggiori informazioni, leggete anche qui e qui..

martedì, febbraio 07, 2006

High tech. Google lancia un nuovo servizio di chat integrato con gmail.

Da Download Blog.it.

Google sta per lanciare un nuovo servizio che integrerà il suo messenger Google Talk con GMail, rendendo possibile effettuare una chat direttamente dal servizio di posta.
Attualmente, come vedete nell'immagine piccola, se utilizzate l'inglese-americano come lingua, avrete notato la comparsa di una voce "chats" che permette di salvare le vostre chat nel vostro account Gmail: in questo modo, ovunque voi siate, potete risalire a quel link che vi avevano passato in chat, o a qualsiasi altra cosa vi siete scritti.
Il nuovo servizio di webchat permetterà di conoscere lo stato di presenza online dei vostri contatti; inoltre la finestra della chat potrà essere "staccata" dalla pagina della posta, per evitare di chiudere inavvertitamente la chat durante il vostro browsing.
La situazione è però ancora tranquilla per servizi come Meebo o Gtalkr, in quanto ancora non si vede all'orizzonte la possibile integrazione dei vari sistemi di messaggistica: Google con la sua Gmail raggiunge un numero imprecisato di utenti nell'ordine dei milioni, ma nulla in confronto ai 53 milioni di AOL, i 27 di MSN o i 22 milioni di utenti che usano Yahoo! messenger.
La strada per il messenger unico è ancora lontana.

domenica, febbraio 05, 2006

High tech. Software - Recensione di OpenOffice 2.0.x - 3 - Calc.

Calc è un foglio di calcolo integrato in OpenOffice, l'equivalente di Microsoft Excel. Come per tutti i programmi della suite, l'interfaccia, simile a quella di Microsoft, è molto intuitiva. Come per Writer sono disponibili ulteriori modelli qui e qui. La prima cosa da dire è sicuramente che la compatibilità con Excel è decisamente migliorata. Anche i grafici disponibili sono molto più precisi. Il limite delle 32mila righe di calcolo è stato rimosso.


La grande novità sta nel fatto che attraverso Math, altro programma della suita OpenOffice, è possibile creare e inserire formule molto complesse. Una lieve pecca che ho trovato riguarda l'ordine: quando si vuole ordinare una colonna ed è stato messo un titolo, mentre in Excel era possibile ordinare prendendo direttamente tutta la colonna ed il titolo rimaneva al primo posto, qui il titolo, se selezionato, viene ordinato con gli altri elementi. Per quel che riguarda i salvataggi, vale lo stesso discorso di Writer, e cioè anche qui è usato L'Open Document, ma può esportare file in PDF e salvare nel formato di Excel con cui è possibile importare ed esportare dati. Il risultato finale è comunque molto positivo.

venerdì, febbraio 03, 2006

High tech. Riattivo Coolstreaming nel nuovo dominio coolstreaming.us.


E' tornato, finalmente e nel nuovo dominio, Coolstreaming.
Tra poco sarà rilasciato il Mediacenter 0.4 che non conterra' per il momento consolle p2p-tv. Per ulteriori informazione e per capire meglio quello che è succeso e di che cosa è stato accusato Coolstream, clicca su questo link.

High tech. Pericolo blocco degli IP - La censura arriva nella rete.

Da Punto informatico di Paolo De Andreis.

Se c'è qualcosa che non va giù a chi frequenta la rete da tanti anni, a chi ha vissuto il suo sviluppo come speranza di un'umanità migliore, è la censura. Non sorprende quindi l'indignazione che ha scatenato la notizia pubblicata da Punto Informatico secondo cui possono e vengono effettivamente bloccati in Italia alcuni IP esteri. Server e siti che diventano così irraggiungibili agli utenti internet del Bel paese.Oggi il blocco di un IP, una procedura di recentissima adozione in Italia, funziona così: le forze dell'ordine, i "cybercop" che non si occupano solo di calcio e P2P ma di una grande varietà di crimini informatici, informano il magistrato inquirente dell'opportunità di chiudere l'accesso ad un IP per far cessare un reato, oppure per boicottare un sito illegale. Questi, se lo ritiene, gira la proposta alla Procura ed è un magistrato, per legge "super partes", a decidere se emettere o meno un decreto di blocco IP.Questa è la procedura che viene adottata oggi e che, pur tra le claudicanti leggi nostrane, si propone come garanzia per il cittadino, quella che rende giustificabile un atto di censura per gravi ragioni. Di casi in cui il blocco viene e sarà sempre più utilizzato ce ne sono tanti, il più eclatante dei quali è il pedoporno: molti siti all'estero non possono essere sequestrati dall'Italia, in assenza di una collaborazione forte da parte delle autorità del paese dove i siti si trovano o dove risiedono i loro gestori. Ma talvolta sono siti che commerciano immagini alimentando il business dello sfruttamento e della violenza. La risposta dei cybercop italiani a questo, oggi, è quasi scontata: blocchiamo l'IP ed impediamo agli utenti italiani, volenti o nolenti, per errore o per dolo, di incrementare questo business.Ed è ovvio, vista l'unanime avversione per il più spregevole di tutti i delitti, che bloccare l'IP di un sito pedopornografico non produrrà mai quel mare di polemiche che ha suscitato quanto raccontato da PI. Questo perché, in quel caso lì, la censura non si è indirizzata verso un sito di violenze, ma ha preso di mira un server cinese in quanto da quel server era possibile, con strumenti a disposizione di tutti, scaricare e diffondere immagini di proprietà di SKY. Il blocco dell'IP, che Telecom ed altri hanno già attivato perché così richiesto dal magistrato, non è quindi legato ad un abietto caso di violenza su bambini ma ad una questione di diritti d'autore e diritti televisivi.In sostanza, si è preferito ricorrere al blocco dell'IP anziché richiedere ai gestori dei server cinesi, clienti di SKY e tenuti alla distribuzione di quei contenuti solo sulla televisione locale, di aggiornare le proprie infrastrutture di sicurezza. Basterebbe includere nel contratto di licenza dei diritti televisivi anche una clausola di sicurezza per evitare che possa aver luogo una distribuzione non controllata, come avveniva grazie a P2P e software multimediali.Ed è questo che preoccupa. Perché se può essere tollerabile, probabilmente non per tutti ma di certo per molti, che venga inibito tecnicamente l'accesso ad un sito che distribuisce e lucra sul pedoporno, diventa intollerabile che la medesima operazione si esplichi per una questione di proprietà intellettuale. E questo perché impedire ad un individuo adulto di verificare di persona, impedirgli a monte di scegliere e determinare i propri comportamenti, fossero anche degli illeciti, è fatto assai più grave del dolo commesso ai danni di diritti secondari. SKY evidentemente non può far altro che querelare chi ritiene violi i propri diritti, la Guardia di Finanza ha dalla sua il dovere di occuparsene e di definire le dinamiche del reato che viene compiuto, il Pubblico ministero ha poi l'obbligo di verificare e seguire le inchieste ma è il magistrato super partes quello che deve capire se una misura di censura sia o meno giustificabile. Ed è qui che il nostro sistema si rivela fallato. E questo non perché i magistrati sbaglino, se accade è naturale che accada, errare è caratteristica intrinseca del nostro essere uomini, ma perché tutto questo avviene in una condizione di semi-clandestinità. Quanti sono oggi gli IP bloccati? Quali sono? Chi ha deciso di bloccarli e con quali motivazioni? In base a quali indagini? A quali denunce? E con quali procedure?Come è emerso in recenti casi di indagini sulla criminalità informatica, ancora una volta è la normativa italiana a segnare il passo. Da un lato consente ad un magistrato, come è giusto che sia, di poter intervenire con tutta l'autorità dello Stato per rimediare a situazioni di estrema gravità, dall'altro però nega una vera trasparenza su provvedimenti che non riguardano solo gli indagati ma l'intera popolazione. E lo nega anche e persino per le decisioni più controverse, sottraendo così ai cittadini uno dei loro diritti essenziali, quello di poter conoscere e giudicare il funzionamento dello Stato.Tutto questo pesa sulle promesse della rete, sul suo sviluppo e sulla possibilità che una nuova umanità più coesa e più consapevole delle proprie diversità si affermi davvero. Sì, perché intervenire sulle cose della rete, mettere dei paletti alle possibilità di scelta delle persone, ingabbiare la loro navigazione e farlo senza dichiararlo con chiarezza, senza inserire in un sito web accessibile a tutti ogni informazione su una censura che si è ritenuta inevitabile, è drammaticamente pericoloso. Parliamoci chiaro: in ballo non c'è il rapporto più o meno dinamico tra cittadino e cosa pubblica, c'è invece la necessità di impedire il soffocamento di uno strumento che non sappiamo dove ci sta portando ma sappiamo che è la via ad una nuova evoluzione. Finché mancherà una trasparenza assoluta su decisioni di questa portata non solo è giusto sottoscrivere l'indignazione generale ma è anche necessario chiedere alle forze politiche, tanto più che siamo praticamente sotto elezioni, di dire cosa ne pensano, di esprimersi sull'argomento e di chiarire la propria posizione in merito alla rete, e di farlo per una volta volando, perché i diritti fondamentali risiedono molto più in alto delle logiche di mercato, tanto che spesso ci si dimentica della loro esistenza.

giovedì, febbraio 02, 2006

La "Mafia" del Calcio. Intervista a Gaucci - Capitalia e Gea mi hanno rovinato.

Da Repubblica.it di CORRADO ZUNINO.

Luciano Gaucci, dove si trova?
"In terrazza, ho appena fatto la doccia. Qui a Bavaro Beach c'è un caldo umido asfissiante".
Ancora a Santo Domingo? E lì da 7 mesi, una vera e propria latitanza.
"Macché latitante, sono venuto in vacanza e ci sono rimasto. Ho una bella casa nella zona migliore dell'isola, ho trasferito qui alcuni beni".
Sa che le hanno arrestato i figli?
"Lo so, sono preoccupato e molto incazzato. Questa è la manovra del signor Geronzi che arriva a compimento. I miei figli non c'entrano niente, hanno voluto colpire me, l'uomo che nell'estate del caso Catania sconvolse il progetto dei signori del calcio. Hanno dato il povero Pieroni con il suo Ancona in pasto ai magistrati, ora fanno fallire Gaucci per rimettere i ribelli al loro posto. Hanno ucciso il calcio, ma continuano a fare i loro affari".
Un momento, Gaucci. I suoi figli sono accusati di bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere.
"L'arresto era nell'aria e il fatto che siano rimasti a Perugia dimostra che sono puliti. E poi alla bancarotta siamo stati costretti".
Da chi?
"Da un gruppo di potere il cui burattinaio è Cesare Geronzi, presidente di Capitalia. Ho lavorato per lui, personalmente per lui, per oltre 20 anni. Nelle ultime 4 stagioni le mie aziende hanno pulito i 1500 uffici della sua Banca di Roma. E poi ho fatto avere a lui, a sua moglie e a sua figlia beni di ogni genere per 60 milioni di euro. Altri 25 milioni gli sono arrivati attraverso il Perugia calcio. Ma quando ho avuto bisogno di 15 milioni per pagare gli stipendi dei giocatori Geronzi me li ha promessi, per poi tirarsi indietro nel momento in cui ha avuto certezza che il club sarebbe fallito".
Affermazioni pesanti che lei fa da questa estate, cioè da quando è scappato a Santo Domingo: ma poi il suo avvocato frena.
"L'avvocato Pompa ha provato a fare i miei interessi fino all'ultimo, ha trattato per ottenere un risarcimento, ma ora non ho più nulla da perdere: tiro fuori il memoriale che ho preparato in questi mesi".
In quelle pagine si parla dell'affare Nakata?
"Sì, certo, l'ho venduto alla Roma per intercessione di Capitalia. Tre giorni dopo aver incassato i 40 miliardi di lire della compravendita, Geronzi ha preteso, con lettera scritta, che li girassi alla banca".
Lei aveva debiti con Capitalia, una banca non commette un reato se chiede il rientro.
"Lo valuterà la magistratura se è reato o no: ho dovuto vendere la mia casa di piazza di Spagna. E questo è solo il più famoso di una serie di episodi".
Dica.
"Per la vendita di Liverani alla Lazio di Cragnotti padrone della Cirio, un affare da 25 miliardi di lire, sono stato costretto a pagare il 15% alla Gea di Alessandro Moggi e Chiara Geronzi. Sono andato personalmente, accompagnato dal mio autista, quattro, cinque volte nell'ufficio Gea al centro di Roma: ogni volta portavo con me una valigetta stipata di contanti. Alla fine, ho versato 3 miliardi e 750 milioni di lire in nero".
Lei usa la parola costretto, ma in questo calcio c'è stato sempre dentro, mani e piedi.
"Costretto sì, mi hanno puntato una pistola alla tempia: se non davo quei soldi alla Gea l'affare non si faceva. Sono stati loro a far crescere la valutazione di Liverani da 20 a 25 miliardi e poi hanno indicato loro la percentuale della mediazione: intrattabile. Cragnotti neppure lo voleva Liverani. Oggi se non fai quello che dicono loro, i Geronzi, i Moggi, i Carraro, ti spazzano dal calcio. Quello che hanno fatto al Genoa è quello che hanno tentato di fare al mio Catania nell'estate del 2003, solo che io ho speso milioni in avvocati e ho messo a nudo il potere di Carraro. Il presidente federale, che è a capo della merchant bank di Capitalia, ha giurato di farmi sparire, poi non mi ha fatto comprare il Napoli e infine gli arbitri hanno mandato in B il Perugia. Geronzi 6 mesi fa me lo ha fatto sapere da un amico comune: "Ti rovino". Ma adesso gioco duro io, tiro fuori tutto. I miei figli non li dovevano toccare".

(2 febbraio 2006)

Per approfondire queste informazioni, clicca qui e qui.

mercoledì, febbraio 01, 2006

High tech. Grave falla nelle playlist di Winamp.


Da Orebla.it.

Ieri è stato pubblicato su tutti i siti di sicurezza un'advisory relativo ad un bug scoperto in Winamp, noto lettore multimediale di Nullsoft.
La vulnerabilità scoperta è stata classificata come "altamente critica" è infatti possibile sfruttare un buffer overflow nella gestione dei file .pls (playlist).
Tramite questo BoF applicato al "tag File1" è possibile far avviare qualsiasi programma noi vogliamo.
L'exploit rilasciato immediatamente dopo l'advisory riporta l'esempio di come si facile aprire la calcolatrice di Windows semplicemente aprendo il file .pls.
La Nullsoft ha rilasciato, in tempi abbastanza brevi, l'aggiornamento cioè la versione 5.13 di Winamp, che risolve questo pericoloso bug.
Link utili:
Advisory FrSirt
Exploit bug
Update Winamp 5.13