Da
Il Romanista.it.
Gli stralci dei verbali delle intercettazioni telefoniche della Procura di Torino che ora sono finiti in Federcalcio e alla Procura di Roma. Tutte le intercettazioni sono relative a Luciano Moggi. Compaiono sulla scena, quali suoi interlocutori pressoché abituali, Pierluigi Pairetto, il vicepresidente della Federcalcio Innocenzo Mazzini, ovviamente Antonio Giraudo che della Juventus è l’amministratore delegato, Alessandro Moggi, che di Luciano è il figlio, ma che è soprattutto il presidente della Gea. Con cui fare affari e tessere la vasta tela del calciomercato. (FONTE:
http://www.gazzetta.it/)
MOGGI & MAZZINI Come vecchi amici, le loro telefonate, sono infarcite di volgarità. Dalla telefonata del 16 settembre 2004.
Innocenzo Mazzini: "Pronto".
Luciano Moggi: "Pronto, 'sto ...beep".
I.M.: "Beep..., ma quando ti chiamo? A che ora?".
Intanto in un’altra telefonata del 14 settembre 2004, i due criticano la rubrica tenuta sula Gazzetta da Bergamo e Pairetto.
I.M.: "Senti, però, poi anche queste cose, hai visto gli attacchi terribili a questi due che sembrerebbero degli imbecilli".
L.M.: "Chi sono?".
I.M.: "Paolo e C. (Bergamo e Pairetto, ndr), che vanno a dire alla Gazzetta, questa è".
L.M.: "Ma sai chi è stato a fargli fare quell’articolo? Carraro! Carraro, sollecitato da Calabrese (allora direttore della Gazzetta, ndr), infatti stanotte io gliel’ho detto, ma siete scemi? Ma siete scemi, a fare una cosa del genere?".
I.M.: "Poi ci sono tutti gli altri giornali che sembran bestie".
L.M.: "Ma no, ma infatti ora li ho fatti smettere, adesso questa rubrica qui, lunedì prossimo, è finita". In realtà, la rubrica andrà avanti per altri sette mesi.
Sconcertanti quando parlano di Carraro. L’intercettazione è del 6 settembre 2004, il giorno dopo Moggi ha un incontro con Carraro. Si parla di elezioni federali.
I.M.: "Perché questo coglione, ricordati che lui crede, che anche se passa così come vuole normalmente, di vincere lui. Invece devi metterglielo nel... beep. Ricordatelo".
L.M.: "Ooh se ti dico lasciamici parlare, poi domani io ho l’appuntamento".
I.M.: "Va bene".
L.M.: "Alle 8 ci sentiamo".
Nella stessa telefonata i due parlano di un incontro con gli arbitri.
I.M.: "Venerdì vado a fare gli arbitri"
L.M.: "Venerdì vengo anch’io".
I.M.: "Gliel’ho detto ad Anto' (Giraudo?) e mi ha detto che non viene".
L.M.: "Lascia sta', quello è un ambiente un po' ibrido, meno uno ci si confonde e meglio è, e vale neppure la pena di starci alla lontana: Io uno ci faccio partecipa', o partecipo io o ci mando Alessio".
PADRE & FIGLIO Padre e figlio parlano a tutto campo del mondo del calcio. Dalla telefonata del 10 settembre 2004.
A.M.: "... io l’altro giorno, tu prendila come informazione, poi, io non lo so, mi sono rivisto con Preziosi (il presidente del Genoa, ndr), come sempre capita".
L.M.: "Uhm".
A.M.: "Mi ha incominciato a fare tutto un discorso, il calcio come cambia, bisogna stare attenti di qua, di là, Carraro, Galliani, poi mi fa, non vi fidate di Montezemolo. Dico perché? Perché io ho sentito una conversazione alla Juve, vogliono fare fuori tutti, rimane solo Giraudo".
L.M.: "Sì, ma questa è una cazzata".
A.M.: "Io te lo dico come cosa, siccome molte volte Preziosi è negli ambienti di questo genere qui, lui c’è dentro".
L.M.: "Non c’è mai".
A.M:: "Bé, pa', io te lo dico perché, insomma...".
L.M.: "È esattamente il contrario".
Tra le trascrizioni, che interessano maggiormente i magistrati romani, c’è quella che riguarda il calciatore della Lazio Liverani. L’intercettazione è del 19 agosto 2004.
A.M.: "Mi ha chiamato Morabito (procuratore), in particolare Vigorelli (procuratore), per sapere se volevi fa un cambio di prestiti per pija' Liverani".
L.M.: "No, no, ma perché ora lavorano per la Lazio?".
A.M.: "Che ne so, mi ha detto così?".
L.M.: "Porca miseria, da quando quello lì ha agganciato lì di sotto, mo ci voglio parla’ con quello, perché gli hanno dato Lopez e gli vogliono dare Marquez, a loro, eh?".
A.M.: "Eh, lo so".
GLI ALTRI Ci sono anche amichevoli telefonate con famosi giornalisti. Luciano Moggi telefona ad Aldo Biscardi.
Biscardi: "Pronto?".
Moggi: "Vorrei il dottor Biscardi".
B.: "Sono io".
M.: "Io sono Moggi Luciano".
B.: "Uehh...Lucia".
M.: "Dunque sta' a sentì, allora ieri ho chiamato qui il nostro amico di Trieste... Baldas (ex designatore e commentatore delle moviole del Processo, ndr). Gli ho fatto una bella cazziata, ma non ce n’era bisogno. Lui non ha colpa. La colpa ce l’hai tutta te de 'sta cosa".
Poi in seguito parlano di mercato. E di regali.
M.: "Ma se non viene poi un cambio non prendo più nessuno, ma perché dobbiamo ammazzare il campionato?".
B.: "No, tu non ammazzi un... beep, magari l’ammazzavi l’anno scorso mi dovresti dà 40 milioni, hai fatto la scommessa con me e hai perso".
M.: "Aldo, ma io... sei come un orologio già assicurato, che vuoi che ti dica?".
B.: "E dove sta?".
M.: "E lo sai che quando te lo dico...".
B.: "E non lo so. Non me lo mandi mai...".
M.: "Ma va... beep, uno te l’ho dato costava 40 milioni".
MOGGI & PAIRETTO E' l'1 settembre 2004, all’inizio della Champions League mancano ancora quindici giorni, ma il vicepresidente della Commissione arbitri dell’Uefa, nonché designatore (insieme a Bergamo) del campionato italiano Pierluigi Pairetto è già in grado di rassicurare il direttore generale della Juventus Luciano Moggi.
Luciano Moggi: "Pronto?".
Pierluigi Pairetto: "Ehilà, lo so che tu ti sei scordato di me mentre io mi sono ricordato di te".
M.: "Ma dai....".
P.: "Eh, ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam".
M: "Chi è?".
P.: "Meier".
M.: "Alla grande!".
P.: "Va bene, era solo per dirti questo, vedi che io mi ricordo di te anche se tu ormai...".
M.: "Ma non rompere, adesso vedrai quando ritorno poi te lo dico io se mi sono scordato".
Ad Amsterdam, mercoledì 15 settembre l’arbitro sarà lo svizzero Meier. La Juve batterà l’Ajax 1-0.
Un passo indietro. Ventuno giorni prima di quella telefonata, l’11 agosto, Moggi e Pairetto sono di nuovo al telefono. La Juve il giorno precedente ha pareggiato a Torino l’andata dei preliminari Champions con gli svedesi del Djurgarden (2-2). E’ a rischio eliminazione.
Moggi: "Ma che beep di arbitro ci avete mandato?".
Pairetto: "Fandel è uno dei primi..."
M: "Ho capito, ma il gol di Miccoli è valido".
P: "No".
M: "E' valido, è valido".
P: "No era davanti".
M: "Ma che davanti, e poi tutto l’andamento della partita ha fatto un casino della madonna a noi...".
P: "Ma sai che questo è uno dei top...".
M: "Ma questo può andare in c..., Gigi, questo qui te lo dico io deve andare in c..., fidati di me. Ora mi raccomando giù a Stoccolma, eh?".
P: "Porco Giuda, mamma mia, questa veramente deve essere una partita...".
M: "Ma no, ma si vince... però con uno come questo qui resta difficile eh... capito?".
La telefonata continua. Moggi dispone pure le terne per le amichevoli precampionato: "A Messina mandami Consolo e Battaglia...".
P: "La terna l’ho già fatta".
M: "E chi ci hai mandato?"
P: "Mi pare Consolo e Battaglia".
M: "Con Cassarà, eh?".
P: "Sì".
M: "E per il Trofeo Berlusconi Pieri, mi raccomando".
P: "Non l’abbiamo ancora fatto".
M: "Lo facciamo dopo, dai".
P: "Vabbè, lo si fa poi quello".
Pieri il 28 agosto dirigerà Milan-Juventus, amichevole valida per il Trofeo Berlusconi. Vincerà la Juve 1-0. Delle volte qualcosa va (relativamente) storto. Sono giorni delicati, il 25 agosto c’è Djurgarden- Juventus e una qualificazione alla Champions ancora da conquistare. E' il 23 e Moggi s’informa presso la segreteria di Lega su chi è l’arbitro.
M: "L'arbitro è Cardozo, vero?".
Segr: "No, io vedo scritto Graham Poll".
M: "Uhm. Di dov’è l’arbitro?".
Segr: "E' inglese".
Passano pochi minuti e Moggi chiama Pairetto.
M: "Buongiorno".
P: "Ehilà, buongiorno".
M: "h, all’anima di Cardozo, eh?".
P: "Eh?".
M: "Graham Poll (Moggi in realtà storpia il nome, dice Paul Green)".
P: "Come?".
M: "Paul Green".
P: "Allora è successo qualcosa all’ultimo momento, io ho Cardozo, è successo qualcosa, si vede che è stato male, o qualcosa del genere".
M: "Informati, informati un momentino".
P: "Sì, sì, verifico subito". Paure ingiustificate. Con Poll arbitro, la Juve stravince a Djurgarden 4-1.
Il 16 settembre 2004, Moggi si preoccupa che "le tessere di Pairetto, biglietti, tessere e tutto sono già pronti?". Con la segreteria Juve si scende poi nel dettaglio. Moggi: "E poi il pass interno per la macchina di Pairetto". La segretaria Lella: "Sì, Pairetto ha tre tessere di tribuna ovest primo, quattro biglietti di tribuna d'onore e uno special". Più in là nella telefonata spunteranno fuori anche cinque biglietti ovest, ma quelli serviranno per la sezione arbitri di Nichelino.
MOGGI& GIRAUDO Amministratore delegato e direttore generale si sentono naturalmente spessissimo. Juventus e non solo. Il 14 agosto 2004 i due sono in piena fibrillazione arbitrale.
Giraudo: "Lo vediamo subito come tira, tu hai qualche notizia di come tira l’aria, lì a Sportilia?".
Moggi: "Bene bene con Gigi (Pairetto, ndr)".
G: "Ma non è come l’anno scorso?".
M: "No, no, con Gigi è una cannonata".
G: "Però adesso bisogna dirgli che si impegni per sto’ corvo, perché non si può mica andare avanti con sta testa di c...".
La conversazione va avanti, ma l’identità del "corvo" è destinata a restare misteriosa. Per il resto, le telefonate intercettate riguardano più o meno normali scambi di vedute sul calcio italiano. Niente di disdicevole, anche perché Giraudo è uomo navigato e sa pesare quasi sempre le parole. Se ne ricavano tuttavia un paio di siparietti piuttosto divertenti. Il primo riguarda la Nazionale. Lippi è cittì da poche settimane, ha perso malamente l’amichevole in Islanda. Giraudo, che lo conosce bene, è categorico: “Marcello non va da nessuna parte, non arriva neanche ai Mondiali”.
Moggi: "Comunque ti dico una cosa, si sta raccomandando come un cane".
G: "Lui?".
M: "Madonna, m’ha telefonato...".
G: "Perché adesso ha paura".
M: "Ha paura".
G: "Luciano, io ti dico cosa succede a lui, lui nel giro di dieci mesi ha dieci giocatori importanti contro. Non vogliono più andare in Nazionale, ha la stampa tutta contro. Non c’è storia, non c’ha proprio il carattere lui per fare quel mestiere. Tutti contro, guarda!".
M: "No, no, poi vuole fare le invenzioni, e via".
Per fortuna della Nazionale, Moggi e Giraudo questa volta saranno cattivi profeti. E lo sembrano anche quando si ritrovano, il 23 agosto 2004, a parlare, a proposito di mercato, del neopresidente della Lazio Lotito.
Giraudo: "Ma lui come te la mette, cosa ti dice?".
Moggi: "Che gli interessa, ma sai lui... questo è genuino, è un po' beep".
G: "Mah".
M: "Se non era beep non mi richiamava, aspettava richiamassi io".
Osservando quel che ha fatto la Lazio negli ultimi due anni, viene da pensare che in fondo Lotito tanto beep poi non deve esserlo.