La "Mafia" del Calcio. Moggi e le intercettazioni.
Da Tiscali Sport.
"Lippi va tenuto a bada… Quello non lo mando in Nazionale…Ma che c… di arbitro mi hai mandato!…" sono frasi come queste, tutte pronunciate da Luciano Moggi, che oggi scuotono il mondo del calcio. Dieci numeri di telefono tenuti sotto controllo per 48 giorni durante la stagione calcistica 2004/2005, sei dirigenti del mondo del pallone italiano intercettati mentre parlano di partite e arbitri con atteggiamenti tutt'altro che "sportivi". A fare da corredo nomi di giornalisti e persino di ministri, ma su tutti pesano le decisioni di Luciano Moggi, dirigente della Juventus. È questo il panorama emerso dalle indagini della Procura torinese trasmesse a quella romana e alla Federcalcio.
L'intreccio - A chiacchierare amenamente con Moggi di designazioni arbitrali, destini di calciatori o allenatori e segretarie che sanno troppo, sono Pierluigi Pairetto, ex designatore degli arbitri (in Italia e in Europa), il vicepresidente della Federcalcio Innocenzo Mazzini, l'amministratore delegato della Juve Antonio Girando, e Alessandro Moggi, direttore della società Gea e figlio del ds Luciano.
Le intercettazioni - Nelle telefonate si sente Moggi mentre assegna i compiti e concorda le designazioni con Pairetto, che per sei stagioni ha scelto gli arbitri che dovevano dirigere le partite del calcio italiano. Un esempio fra tanti è quello della partita del 10 agosto 2004 giocata a Torino, si tratta dell'andata dei preliminari di Champions League tra la Juve e gli svedesi del Djugarden. L'arbitro è tedesco Herbert Fandel che annulla un gol a Miccoli, finisce 2-2. L'indomani Moggi chiama Pairetto: "Gigi, ma che c… di arbitro ci avete mandato?". Pairetto tenta di difendersi: "Fandel è uno dei primi, il top". Moggi: "Ma può andare a fare in c…, te lo dico io. Oh, mi raccomando per Stoccolma (la partita di ritorno)".
Gli ordini - Ma Lucianone non dà disposizioni solo sulle partite di coppa, ci sono indicazioni precise anche per le amichevoli: "Oh, a Messina mandami Consolo e Battaglia. Con Cassarà, eh?". E Pairetto risponde: "Già fatto".E l'asservimento è tale che non è solo Moggi a chiamare Pairetto, ma anche il contrario: "Ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam: Majer". E Moggi: "Alla grande, dai!". Pairetto: "Vedi che io mi ricordo di te, anche se tu ormai ti sei scordato di me". Moggi: "Ma non rompere, vedrai quando torno, poi te lo dico se mi son scordato".
Moggi Senior e Junior - Ma ci sono anche le amorevoli conversazioni fra padre e figlio, direttore delle Gea. I Moggi discutono del futuro di giocatori come Cristiano Zanetti, Galante, Chiellini, Zalayeta, Salas, Jankulovski. Interessante il discorso relativo alla trattativa per Fabrizio Miccoli con la Lazio. Papà Luciano afferma: "Io a Lotito gli ho chiesto 10 milioni e lui mi ha detto 5, no? Tu gli devi dire: guarda che io posso convincere mio padre a farlo a 7,5. Fagli un po' di storie all'inizio". Ma Alessandro, che gestisce Miccoli, incontra difficoltà perché il giocatore fa qualche storia. E allora Luciano chiama un suo amico perché gli dica "di fare meno lo stupido" altrimenti "non lo faccio chiamare in Nazionale, così gli metto giudizio, perché in Nazionale ce l'ho mandato io".
Testimoni scomodi - E ci sono anche bionde che "sanno troppo" da accontentare (Mazzini a Moggi: "La bionda va dicendo in giro che han messo di mezzo gli avvocati, e se non le danno ogni cosa fa scoppiare un gran casino, un bel bubbone". E ancora: "Stai attento ai giornali, sanno tutto, lei si è premunita e se apre bocca"), e personaggi da controllare (Moggi a Carraro: "Lippi va tenuto a bada, riordinato…Creandogli un ufficio con una segretaria, una che conosce arbitri internazionali").
Ombre anche sul crack del Napoli - Ciò che emerge dall'analisi delle telefonate è che a dettare legge è sempre lui, il direttore generale Juve, per avere arbitri graditi in partite internazionali e amichevoli di prestigio. Per non parlare della gestione famigliare della campagna acquisti di mezza serie A, le cene a casa Giraudo e persino il tentativo di pilotare il crack del Napoli calcio.
I reati - E se la procura torinese ha archiviato l'indagine per il fatto che non sussiste niente di "penalmente rilevante", quella romana invece ancora indaga sul conflitti d'interesse che oggi vede Alessandro Moggi indagato per illecita concorrenza con minacce e violenza. Ciò che si configura è l'ipotesi di controllo della Gea World sul mondo arbitrale e sui destini di diversi procuratori del calcio.
Le indagini - La procura di Roma nei prossimi giorni ascolterà Stefano Argilli, del Siena, che prima dell'ultima partita Siena-Juventus (0-3, domenica scorsa) aveva detto al quotidiano Avvenire: "Nel club di De Luca comandano Moggi e la Gea, con la Juve abbiamo sempre perso e io sono stato cacciato per volontà loro". E poi c'è chi ha voglia di pulizia: "Il vero cancro del calcio è questo. Ci vogliono istituzioni serie con la volontà di sopprimere i gruppi di potere - ha affermato il presidente del Palermo e vicepresidente di Lega, Maurizio Zamparini - agenzie come la Gea dovrebbero sparire. Fino ad oggi, purtroppo, le nostre istituzioni sono state il contrario della serietà".
"Lippi va tenuto a bada… Quello non lo mando in Nazionale…Ma che c… di arbitro mi hai mandato!…" sono frasi come queste, tutte pronunciate da Luciano Moggi, che oggi scuotono il mondo del calcio. Dieci numeri di telefono tenuti sotto controllo per 48 giorni durante la stagione calcistica 2004/2005, sei dirigenti del mondo del pallone italiano intercettati mentre parlano di partite e arbitri con atteggiamenti tutt'altro che "sportivi". A fare da corredo nomi di giornalisti e persino di ministri, ma su tutti pesano le decisioni di Luciano Moggi, dirigente della Juventus. È questo il panorama emerso dalle indagini della Procura torinese trasmesse a quella romana e alla Federcalcio.
L'intreccio - A chiacchierare amenamente con Moggi di designazioni arbitrali, destini di calciatori o allenatori e segretarie che sanno troppo, sono Pierluigi Pairetto, ex designatore degli arbitri (in Italia e in Europa), il vicepresidente della Federcalcio Innocenzo Mazzini, l'amministratore delegato della Juve Antonio Girando, e Alessandro Moggi, direttore della società Gea e figlio del ds Luciano.
Le intercettazioni - Nelle telefonate si sente Moggi mentre assegna i compiti e concorda le designazioni con Pairetto, che per sei stagioni ha scelto gli arbitri che dovevano dirigere le partite del calcio italiano. Un esempio fra tanti è quello della partita del 10 agosto 2004 giocata a Torino, si tratta dell'andata dei preliminari di Champions League tra la Juve e gli svedesi del Djugarden. L'arbitro è tedesco Herbert Fandel che annulla un gol a Miccoli, finisce 2-2. L'indomani Moggi chiama Pairetto: "Gigi, ma che c… di arbitro ci avete mandato?". Pairetto tenta di difendersi: "Fandel è uno dei primi, il top". Moggi: "Ma può andare a fare in c…, te lo dico io. Oh, mi raccomando per Stoccolma (la partita di ritorno)".
Gli ordini - Ma Lucianone non dà disposizioni solo sulle partite di coppa, ci sono indicazioni precise anche per le amichevoli: "Oh, a Messina mandami Consolo e Battaglia. Con Cassarà, eh?". E Pairetto risponde: "Già fatto".E l'asservimento è tale che non è solo Moggi a chiamare Pairetto, ma anche il contrario: "Ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam: Majer". E Moggi: "Alla grande, dai!". Pairetto: "Vedi che io mi ricordo di te, anche se tu ormai ti sei scordato di me". Moggi: "Ma non rompere, vedrai quando torno, poi te lo dico se mi son scordato".
Moggi Senior e Junior - Ma ci sono anche le amorevoli conversazioni fra padre e figlio, direttore delle Gea. I Moggi discutono del futuro di giocatori come Cristiano Zanetti, Galante, Chiellini, Zalayeta, Salas, Jankulovski. Interessante il discorso relativo alla trattativa per Fabrizio Miccoli con la Lazio. Papà Luciano afferma: "Io a Lotito gli ho chiesto 10 milioni e lui mi ha detto 5, no? Tu gli devi dire: guarda che io posso convincere mio padre a farlo a 7,5. Fagli un po' di storie all'inizio". Ma Alessandro, che gestisce Miccoli, incontra difficoltà perché il giocatore fa qualche storia. E allora Luciano chiama un suo amico perché gli dica "di fare meno lo stupido" altrimenti "non lo faccio chiamare in Nazionale, così gli metto giudizio, perché in Nazionale ce l'ho mandato io".
Testimoni scomodi - E ci sono anche bionde che "sanno troppo" da accontentare (Mazzini a Moggi: "La bionda va dicendo in giro che han messo di mezzo gli avvocati, e se non le danno ogni cosa fa scoppiare un gran casino, un bel bubbone". E ancora: "Stai attento ai giornali, sanno tutto, lei si è premunita e se apre bocca"), e personaggi da controllare (Moggi a Carraro: "Lippi va tenuto a bada, riordinato…Creandogli un ufficio con una segretaria, una che conosce arbitri internazionali").
Ombre anche sul crack del Napoli - Ciò che emerge dall'analisi delle telefonate è che a dettare legge è sempre lui, il direttore generale Juve, per avere arbitri graditi in partite internazionali e amichevoli di prestigio. Per non parlare della gestione famigliare della campagna acquisti di mezza serie A, le cene a casa Giraudo e persino il tentativo di pilotare il crack del Napoli calcio.
I reati - E se la procura torinese ha archiviato l'indagine per il fatto che non sussiste niente di "penalmente rilevante", quella romana invece ancora indaga sul conflitti d'interesse che oggi vede Alessandro Moggi indagato per illecita concorrenza con minacce e violenza. Ciò che si configura è l'ipotesi di controllo della Gea World sul mondo arbitrale e sui destini di diversi procuratori del calcio.
Le indagini - La procura di Roma nei prossimi giorni ascolterà Stefano Argilli, del Siena, che prima dell'ultima partita Siena-Juventus (0-3, domenica scorsa) aveva detto al quotidiano Avvenire: "Nel club di De Luca comandano Moggi e la Gea, con la Juve abbiamo sempre perso e io sono stato cacciato per volontà loro". E poi c'è chi ha voglia di pulizia: "Il vero cancro del calcio è questo. Ci vogliono istituzioni serie con la volontà di sopprimere i gruppi di potere - ha affermato il presidente del Palermo e vicepresidente di Lega, Maurizio Zamparini - agenzie come la Gea dovrebbero sparire. Fino ad oggi, purtroppo, le nostre istituzioni sono state il contrario della serietà".