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mercoledì, dicembre 21, 2005

Finanza. Le modifiche a Bankitalia

Da: finanza.espressonline.it

I TESTI degli emendamenti del governo al disegno di legge sul risparmio sono ancora all'esame degli uffici della Camera che ne stanno valutando l'ammissibilità. Ma dalle indicazioni del ministro Giulio Tremonti appare chiara la novità più significativa della riforma proposta. Il ruolo del governo per la nomina del Governatore di Bankitalia diventa molto più rilevante, perché propone al Quirinale - al quale resta il potere di firmare (o meno) la nomina - il nome designato, "sentito il Consiglio superiore di Bankitalia". L'organismo della banca centrale perde dunque la facoltà di proporre il Governatore di Bankitalia. Ecco in sintesi le novità illustrate da Tremonti. Nomina Governatore. Sarà nominato dal Capo dello Stato su proposta del governo, sentito il Consiglio superiore di Bankitalia. Mandato. Il mandato del Governatore sarà a termine, per sei anni rinnovabile, una sola volta, per altri sei. Direttorio. Mandato a termine anche per il direttorio di Bankitalia, mentre la nomina resta attribuita al Consiglio superiore dell'istituto. E' prevista una fase transitoria e il rinvio allo statuto di Bankitalia affinché in prima applicazione si eviti la decadenza integrale di tutto l'organismo. Lo statuto definirà le scadenze per consentire la continuità dell'organismo. Passa poi il principio della collegialità delle decisioni al vertice di Bankitalia. Concorrenza. E' affidata congiuntamente a Bankitalia e Antitrust la competenza sulla concorrenza bancaria. Ma sulla questione c'è un dubbio di ammissibilità che la Camera sta esaminando: i poteri di controllo sulla concorrenza bancaria sono infatti stati già oggetto di emendamenti alla riforma del risparmio bocciati da Camera e Senato.
Proprietà. Moratoria di tre anni per il passaggio in mano pubblica della proprietà delle banche. Il governo ha anche deciso di non congelare i diritti di voto delle banche. Falso in bilancio. Sul falso in bilancio, il governo cancella il "giro di vite" introdotto dal Senato e ripropone la versione originaria, approvata in prima lettura dalla Camera. Lo prevede il maxiemendamento alla legge sul risparmio presentato dal governo a Montecitorio. Rispetto al testo del Senato, il maxiemendamento "ammorbidisce" le norme sul falso in bilancio: gli anni di reclusione per chi fa false comunicazioni sociali scendono da un massimo di cinque anni a un massimo di due.