Politica. Intercettazioni - C'era un piano per screditare Marrazzo.
Da RaiNews 24.
Un clamoroso complotto a luci rosse per rovinare la reputazione di Piero Marrazzo, un falso scandalo sessuale che doveva aggiungersi allo spionaggio per condizionare nel Lazio le elezioni regionali del 2005. E' questo il nuovo tassello della vicenda che nei giorni scorsi ha già portato a 16 arresti ed alle dimissioni di Franscesco Storace da ministro della Salute. Come spiega il Corriere della Sera, Gaspare Gallo (il tecnico di fiducia del titolare della Ssi, Pierpaolo Pasqua) ha spiegato in carcere non solo che il mandante politico delle operazioni era Niccolò Accame (rappresentante ufficiale della Lista Storace), ma ha anche messo nero su bianco nome e cognome di un travestito che, continua il quotidiano, "era stato già arruolato dalla banda per fabbricare il falso scandalo, poi rimasto inattuato perché sembrava troppo rischioso ricorrere ad un personaggio di dubbia affidabilità". Nel frattempo gli investigatori proseguono gli interrogatori: secondo il Corriere, Gallo avrebbe fatto i nomi di altri personaggi politici con cariche istituzionali che sarebbero stati spiati dalla sua agenzia di investigazione. Mentre anche a Roma prosegue l'indagine gemella sui reati commessi nella capitale, le Forze dell'ordine sono già ripartite a caccia di nuovi riscontri.
Un clamoroso complotto a luci rosse per rovinare la reputazione di Piero Marrazzo, un falso scandalo sessuale che doveva aggiungersi allo spionaggio per condizionare nel Lazio le elezioni regionali del 2005. E' questo il nuovo tassello della vicenda che nei giorni scorsi ha già portato a 16 arresti ed alle dimissioni di Franscesco Storace da ministro della Salute. Come spiega il Corriere della Sera, Gaspare Gallo (il tecnico di fiducia del titolare della Ssi, Pierpaolo Pasqua) ha spiegato in carcere non solo che il mandante politico delle operazioni era Niccolò Accame (rappresentante ufficiale della Lista Storace), ma ha anche messo nero su bianco nome e cognome di un travestito che, continua il quotidiano, "era stato già arruolato dalla banda per fabbricare il falso scandalo, poi rimasto inattuato perché sembrava troppo rischioso ricorrere ad un personaggio di dubbia affidabilità". Nel frattempo gli investigatori proseguono gli interrogatori: secondo il Corriere, Gallo avrebbe fatto i nomi di altri personaggi politici con cariche istituzionali che sarebbero stati spiati dalla sua agenzia di investigazione. Mentre anche a Roma prosegue l'indagine gemella sui reati commessi nella capitale, le Forze dell'ordine sono già ripartite a caccia di nuovi riscontri.