Ambiente. La classifica mondiale 2006 della tutela ambientale.
Da Tiscali Europa.
La Nuova Zelanda guida la classifica mondiale sulla tutela dell'ambiente. E' quanto afferma lo studio "2006 Environmental Performance Index", condotto dalle Università Columbia e Yale, in collaborazione con il centro di ricerca Ue di Ispra in Italia, e pubblicato in occasione del World Economic Forum di Davos in Svizzera.
La classifica è stata compilata sulla base di sedici fattori ambientali: dall'acqua potabile pulita alla riduzione dei gas serra, dai livelli di ozono alla pesca sostenibile. Solo sei nazioni hanno raggiunto la soglia dell'85% di successo nel raggiungimento dei target considerati. La Nuova Zelanda, seguita da Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Gran Bretagna e Austria, ha infatti impegnato importanti risorse per conseguire risultati soddisfacenti nella protezione dell'ambiente.
Gli ultimi posti della classifica sono invece occupati da nazioni dell'Africa e dell'Asia meridionale e centrale. Il Pakistan ha ottenuto un tasso di successo pari al 41% e l'India del 47%, mentre i paesi che registrano le peggiori prestazioni sono Etiopia, Mali, Ciad e Niger. La situazione è da attribuire alle risorse economiche: si tratta di paesi molto poveri che non hanno la possibilità di investire in infrastrutture per la salvaguardia dell'ambiente come impianti per la depurazione dell'acqua e per il trattamento dei rifiuti.
Gli autori dello studio hanno concluso che la ricchezza di una nazione è fondamentale per il futuro dell'ambiente, anche se non è l'unico fattore per determinare risultati positivi. Gli Stati Uniti, per esempio, sono al 28° posto della classifica, dietro la maggior parte dei paesi dell'Europa occidentale, Giappone, Taiwan, Malesia, Costa Rica e Cile.
L'Italia si è classificata al 21° posto nel mondo e al 14° in Europa, con il 79% complessivo di obiettivi raggiunti. In questo modo precede gli Stati Uniti e la Germania ma segue Repubblica Ceca, Malesia, Colombia e Grecia. Ottimi soprattutto i risultati ottenuti nel settore della salute ambientale che include il trattamento dei rifiuti, l'esposizione al piombo e l'inquinamento interno. Un problema ancora da risolvere riguarda invece le emissioni di ossido di carbonio. L'Italia, con 96 tonnellate per un milione di dollari di Pil, occupa una posizione centrale tra Francia e Germania, rispettivamente con 56 e 80 tonnellate e Stati Uniti con 171 tonnellate.
La Nuova Zelanda guida la classifica mondiale sulla tutela dell'ambiente. E' quanto afferma lo studio "2006 Environmental Performance Index", condotto dalle Università Columbia e Yale, in collaborazione con il centro di ricerca Ue di Ispra in Italia, e pubblicato in occasione del World Economic Forum di Davos in Svizzera.
La classifica è stata compilata sulla base di sedici fattori ambientali: dall'acqua potabile pulita alla riduzione dei gas serra, dai livelli di ozono alla pesca sostenibile. Solo sei nazioni hanno raggiunto la soglia dell'85% di successo nel raggiungimento dei target considerati. La Nuova Zelanda, seguita da Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Gran Bretagna e Austria, ha infatti impegnato importanti risorse per conseguire risultati soddisfacenti nella protezione dell'ambiente.
Gli ultimi posti della classifica sono invece occupati da nazioni dell'Africa e dell'Asia meridionale e centrale. Il Pakistan ha ottenuto un tasso di successo pari al 41% e l'India del 47%, mentre i paesi che registrano le peggiori prestazioni sono Etiopia, Mali, Ciad e Niger. La situazione è da attribuire alle risorse economiche: si tratta di paesi molto poveri che non hanno la possibilità di investire in infrastrutture per la salvaguardia dell'ambiente come impianti per la depurazione dell'acqua e per il trattamento dei rifiuti.
Gli autori dello studio hanno concluso che la ricchezza di una nazione è fondamentale per il futuro dell'ambiente, anche se non è l'unico fattore per determinare risultati positivi. Gli Stati Uniti, per esempio, sono al 28° posto della classifica, dietro la maggior parte dei paesi dell'Europa occidentale, Giappone, Taiwan, Malesia, Costa Rica e Cile.
L'Italia si è classificata al 21° posto nel mondo e al 14° in Europa, con il 79% complessivo di obiettivi raggiunti. In questo modo precede gli Stati Uniti e la Germania ma segue Repubblica Ceca, Malesia, Colombia e Grecia. Ottimi soprattutto i risultati ottenuti nel settore della salute ambientale che include il trattamento dei rifiuti, l'esposizione al piombo e l'inquinamento interno. Un problema ancora da risolvere riguarda invece le emissioni di ossido di carbonio. L'Italia, con 96 tonnellate per un milione di dollari di Pil, occupa una posizione centrale tra Francia e Germania, rispettivamente con 56 e 80 tonnellate e Stati Uniti con 171 tonnellate.